Decalogo semiserio per non soccombere miseramente ai gruppi di Whatsapp.

Ci sono delle novità che irrompono nelle nostre vite accolte da un insano entusiasmo, come elementi per i quali rimane inspiegabile una vita fino ad allora spesa in loro assenza. In verità non si sa se servano veramente o se, peggio, si potranno rivelare pericolose. Come pascoliane digitalis purpuree, lasciamo che si scavino nicchie permanenti nelle nostre esistenze, per poi accorgerci tardivamente che da lì emanano fastidiose esalazioni, da cui è poi difficile liberarsi.

Ovviamente, sto pensando ai gruppi di Whatsapp.
Sono presto diventati dei maipiùsenza che abbiamo applicato generosamente a tantissimi contesti diversi: abbiamo la chat di famiglia (da cui in genere manca tua madre che non ci pensa nemmeno lontanamente a dotarsi di Smartphone e tu sotto sotto, invece che convincerla, le dai ragione), abbiamo diverse chat di lavoro (specie se ci occupiamo di progetti in formazioni a geometrie variabili), abbiamo chat per l’organizzazione di eventi (feste di paese, rimpatriate tra ex-compagni, compleanni di vecchie prozie), abbiamo chat coi genitori dei compagni di classe dei nostri figli (almeno uno per figlio in età scolare).
Ce ne siamo riempiti la rubrica senza ragionarci su, sull’onda di un’immotivata smania, ma alla fine abbiamo realizzato che hanno l’efficacia comunicativa di un lombrico ma scassano le palle peggio di una campana di paese che suona i quarti d’ora.
Mi si passi la similitudine agronomica: i gruppi di Whatsapp sono come un patogeno esotico. Arriva da chissà dove sbarcando da una nave cargo e comincia a sgranocchiarsi indisturbato tutte le viti o gli ulivi o le palme in giro. Per qualche tempo è completamente senza controllo, va in giro senza limitatori naturali nè possibili strategie di controllo. Finché qualcuno alla fine trova qualche rimedio in grado di fermarlo.

Ecco il mio contributo all’umanità, per sopravvivere con dignità all’avvento dei gruppi di Whatsapp senza soccombergli come sotto l’attacco di un’orda di cavallette.

1. Utilizzate il gruppo unicamente per lo scopo per il quale è stato creato. Sconsiglio vivamente di fare campagna elettorale attraverso il gruppo di gestione del coro parrocchiale o di tentare di piazzare criceti nella chat di organizzazione della prossima cena aziendale.

2. Cancellate il gruppo quando ha cessato il suo scopo. Inutile tenere viva la chat intorno al saggio di fine anno dell’asilo se vostro figlio sta preparandosi alla maturità. C’è un limite agli attacchi di nostalgia.

3. Non spezzettate le frasi per nessun motivo al mondo. Questa regola d’oro va applicata anche nello scambiarsi messaggi con una persona sola, figuriamoci quando a leggerci sono in venti. Per pietà di Dio, non abusate del tasto Invio.

4. Affrontate un argomento per volta. Non c’è niente che generi attacchi di mal d’auto peggiori rispetto a due o più conversazioni che si intrecciano e procedono in contemporanea. Se poi il punto 4 si unisce sciaguratamente col punto 3, è la fine.

A che ora

qualcuno

ci incontriamo

ha trovato le chiavi

stasera?

del mio ufficio?

L’esito è mortale.

5. Non usate abbreviazioni giovaniliste, specie se non siete più così giovani. Per l’amor del cielo, non dobbiamo più stare nei 140 caratteri dell’sms per pagarne solo uno, scrivete le parole per esteso. Francamente, la k non è una lettera accettabile, se non in pochissime parole mutuate da idiomi stranieri.

6. Rispondete solo quando è strettamente richiesto. Se qualcuno formula una domanda  del tipo “Qualcuno è interessato ad adottare un gattino?”, oh voi che non siete interessati al piccolo peloso domestico, non vi affannate a rispondere “No grazie”, altrimenti quel che ne risulterà sarà una lunga sequela di inutili risposte negative, in mezzo a cui il malcapitato possessore di mici non riuscirà nemmeno a scorgere un’eventuale risposta positiva. A volte, il silenzio aiuta.

7. Non ingaggiate discussioni infuocate. Non c’è nessuna ragione plausibile per la quale dovrebbe essere efficace farsi una litigata con venti, trenta persone contemporaneamente. Meglio un vaffanculo vis-à-vis.

8. Mantenete un registro consono agli utenti del gruppo. Potrebbe rivelarsi utile evitare di condividere coi colleghi cazzari l’immagine della donna con le tette più grandi del mondo se quella chat la legge anche il vostro capo.

9. Sfruttate fino in fondo le potenzialità del mezzo. Se avete necessità di essere sicuri che la vostra comunicazione sia stata letta da tutti, consultate le notifiche di lettura invece di richiedere a tutti un estenuante uozzappo di conferma. Fa chic e non impegna.

10. Silenziate la chat. Prima di morire sotto i colpi delle notifiche, fatelo come regalo a voi stessi, ponete volontariamente fine allo stillicidio di trilli.

17 pensieri su “Decalogo semiserio per non soccombere miseramente ai gruppi di Whatsapp.

  1. Io li detesto, eppur li uso perchè ahimè possono anche servire e per non ferire ogni volta l’ideatore di turno. Aspetto in fretta che si esaurisca il loro scopo come dici tu per cancellarmi. Comunque questo post mi arriva proprio al momento giusto!! Grazie

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