L’ottuagenario del giovedì mattina

Nel quartiere dove sta la scuola di Signorina A e Mademoiselle C, il giovedì mattina c’è il mercato, per cui la maggior parte delle vie di che portano all’edificio scolastico sono temporaneamente chiuse perché invase dalle bancarelle.

Resta un’unica via aperta, dove passiamo tutti noi automobilisti.

Ogni giovedì, un ultra ottuagenario dal passo vacillante, tra le 8.15 e le 8.30 percorre questa strada trascinandosi lentamente il carrello che userà per fare la spesa al mercato.

E si forma dietro a lui, che cammina senza curarsi apparentemente di nulla, concentratissimo com’è sulla sua camminata stentata, una lunga e silenziosa carovana di vetture che procedono a passo di ottuagenario.

Senza suono di clacson, per paura di deconcentrare l’equilibrio un po’ miracoloso che governa la precisa traiettoria dell’ottuagenario verso gli ambulanti schierati sulla piazza.

Tutta gente che, come me, sta portando in ritardo i bimbi a scuola, sta arrivando tardi al lavoro e comunque ha una ragione qualsiasi per essere di fretta (tutti abbiamo ragioni qualsiasi per essere occupati o di fretta).

Ma che rallenta improvvisamente il suo ritmo di vita, per cinque minuti, il giovedì mattina.

 

 

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