ho iniziato la prima elementare

Ho usato e contemporaneamente trovato sciocco parlare al plurale descrivendo le esperienze delle mie figlie. Anzi, altro che passato prossimo: pur detestandolo, uso quel noi in tutte le sue possibili declinazioni. “Giovedì facciamo la lezione di prova di teatro“, “Oggi abbiamo fatto la cacca da sole nel water“, “Stasera siamo veramente stanche“, “Cambiamoci calze e mutande”, e così via.
Un continuo esercizio di fagocitosi delle loro esperienze. Che poi, magari è per questo che non riesco a ritornare al peso pre-gravidanza.

Fatto sta che oggi Signorina A, Mademoiselle C e io abbiamo iniziato la quarta settimana di prima elementare. Cioè tecnicamente sembra che io non c’entri molto: è Mademoiselle C iscritta alla primabì; è Signorina A iscritta alla primaà.
C’è da dire che io in persona la prima elementare non l’ho mai fatta. Una volta si chiamava primina, oggi si chiama anticipo, ma la sostanza non cambia. A sei anni sono andata in seconda.

Ora per la prima volta, per doppia interposta persona, mi trovo in prima elementare.
La cosa imbarazzante è che ho già combinato una moderata quantità di casini.

Le giovani sono in due classi parallele, ognuno col suo corredo di: maestre, compagni (con alcuni che alla materna erano compagni dell’una e ora lo sono dell’altra; o, viceversa, ovviamente), quaderni con copertine di colori diversi, libri (sette ciascuno, lo faccio presente nella speranza di giustificarmi), matitecoloripennarelligrandiepiccoli, scarpe da ginnastica, compiti, scadenze, riunioni.

Venerdì sera, controllo il diario di Signorina A. Apprendo che c’è questa scheda da colorare sul quaderno blu. Cerco il quaderno blu nello zaino. Non c’è. Chiedo a Signorina A dove sia. “Non so, mamma, ieri c’era in cartella” (vero, me lo ricordo), “oggi non lo abbiamo tirato fuori” (ah). Ergo, dovrebbe essere lì dentro. Ricontrollo: non c’è. Mi si instilla il dubbio di averlo perso nel perenne caos domestico. Vedo già all’orizzonte sorgere la prima vera figura di merda con le insegnanti di Signorina A.
A casa non c’è, mi faccio inviare la foto della scheda da colorare da una santa mamma, il signor Pàpici la riproduce, mentre io do spiegazioni all’insegnante sul diario. Mentre mi chiedo come ho fatto a ridurmi così, decido di mandare un uozzappo al compagno di banco di Signorina A (saimaiche sia finito per sbaglio nel suo zaino). Mentre pigio il tasto “invio” realizzo che sto scrivendo al compagno di Mademoiselle C. Mi giustifico con la mamma in questione per aver sbagliato figlia oltre che averla disturbata inutilmente. Alla fine comunque il quaderno blu non c’è nemmeno nello zaino del compagno della figlia giusta.
Domenica sera tento di affogare i miei sensi di inadempienza materna foderando i libri di Signorina A* e mentre lei, porgendomi un frammento di scotch mi dice con gratitudine “Mamma, che bello che me li sistemi…c’ero solo io in classe che non li avevo ancora foderati”**, la carta trasparente finisce a due libri dal successo. Ci pensa la solita santa mamma a prestarmi quel che manca per completare l’opera e a evitarmi in extremis una potente déblacle genitoriale.

Lo confesso, mentre scrivo questo post, mi immagino le maestre di Signorina A che stanno cercando dappertutto in classe il quaderno blu. E, sotto sotto, tiro un sospiro di sollievo per non esserci io, in prima elementare.

* a onor del vero c’era una santa zia che mi ha coadiuvato nella faccenda, altrimenti ci avrei impiegato quelle cinque-sei ore.
** sempre per amore della verità, al massimo dei sensi di colpa, mi sono girata verso Signorina A chiedendole “Ma davvero? L’unica a non avere i libri foderati?”. “No, mamma c’erano anche altri bimbi…ma io ero l’unica”, mi ha risposto con l’aria afflitta da Dolce Remì. Ah. beh.)

23 pensieri su “ho iniziato la prima elementare

  1. Carissima..hai tutto il mio sostegno..la magia dei quaderni che scompaiono e ricompaiono è fenomenale…e non ha purtroppo scadenze…l’anno scorso siamo riusciti a perdere un libro in quinta superiore…mai ritrovate!!

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