La tonda perfezione

L’altra settimana al supermercato in fila alla cassa, la signora davanti a me con una decina di pezzi acquistati ha totalizzato una spesa totale di 35,00 €. Dal momento in cui la cifra è apparsa sul display del registratore di cassa, lei e la cassiera hanno cominciato ad emettere ultrasuoni di euforia pura per aver totalizzato una cifra tonda.
Sono andate avanti per svariati minuti a rimbalzarsi frasi come:
Incredibile!
Ma tu guarda che caso strano
“Se ci provavamo, non ci riuscivamo” (stilettata alla mia giugulare della crusca).

Anche quando sembrava che l’ondata di incontenibili risolini fosse scemata e le due avevano svoltato verso temi relativi alla necessità di sacchetti per la spesa, ecco comparire improvvisa una recrudescenza del fenomeno, con nuovi e irrefrenabili “Non ci posso credere“, “Ma pensa te“, e così via.

Ora, le due signore in questione erano evidentemente provate dalla vita al punto da essere travolte da moderata isteria alla vista di un doppio zero nella cifra della spesa. Mentre le guardavo con sommessa preoccupazione, però, m’è venuto in mente che dietro l’imbarazzante siparietto c’era una grande verità antropologica. Quell’attrazione immotivata -o magari motivata ma da chi non so- verso la perfezione dei numeri e delle forme.
Allora, lo confesso apertamente:
– quella mattina in cui ho fatto la benzina e il meccanismo della pompa è scattata sui 45,00 € tondi sono arrivata in ufficio di ottimo umore, come se gli astri mi avessero dato un chiaro segnale della loro benevolenza;
– quel pomeriggio che, mentre infilavo la borsa in auto, prima di ritornare a casa dopo il lavoro , alzando sbadatamente lo sguardo, ho visto tre gabbiani che, perfettamente equidistanti tra loro, sbattevano le ali allo stesso ritmo avanzando esattamente alla stessa velocità, sono rimasta a guardarli estasiata finché non sono scomparsi dietro l’orizzonte dei palazzoni di Corso Allamano. E poi ho guidato fino a casa col cuore così colmo di ispirazione da non riuscire a decidere se i gabbiani torinesi che vivono nella discarica di Settimo sono in grado di nobilitare la discarica o se è la discarica ad avere il potere di rendere prosaico un gabbiano;
– da che la stagione degli zucchini è cominciata, quando il martedì vado dal verduriere e mi servo da sola, compro sempre dieci zucchini; sempre dieci, indipendentemente dalla loro dimensione, non faccio mai eccezioni a quello che mi pare comunque essere un doveroso contributo all’ordine cosmico;
– mentre sono sotto la doccia, non appena le pareti del box si appannano, disegno invariabilmente un cerchio; non importa se poi diventerà lo spunto per un sole, un fiore, il viso civettuolo di una donna con lunghe ciglia: l’inizio è sempre un cerchio perfetto.

21 pensieri su “La tonda perfezione

  1. A me è presa la fissazione di cogliere sull’orologio il numero che mostra l’ora uguale a quello che mostra i minuti. Sembra una magia, un presagio, ti fa sentire parte dell’universo.
    Poi comunque non succede proprio niente.

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  2. ieri ho fatto una spesa online da 69,96 euro. non tonda tonda, ma mi ha dato lo stesso quella soddisfazione da gridolini striduli interiori.
    E comunque dal benzinaio al self service ci provo sempre a fare cifra tonda.
    E comunque il sollievo della tonda perfezione per me è un sintomo di DOC. 😀

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