La mia routine ortofrutticola è piuttosto multipolare.
Ho numerosi fornitori, tra cui oscillo continuamente, senza nessun tipo di coerenza né rimorso.
Una volta acquisto ortaggi biologici al supermercato, che sono più incellophanati di un frigo da spedire in Nuova Zelanda. Broccoli che al terzo giro di pellicola hanno già vanificato il vantaggio ambientale di essere biologici. O- peggio- limoni che arrivano direttamente da qualche agrumeto dalla Papua Nuova Guinea e per fare arrivare una retina da quattro è stato dato fondo all’intero giacimento petrolifero offshore egiziano.
Una volta vado dalla bottega solidale che vende il km zero bio. Questo mi rassicura, perché di benzina il signor B ne usa veramente poca per portare i suoi ortaggi lì dove li compro. E poi rispetta a pieno la stagionalità.
Però, complice il contenuto passaggio di clienti ed una nobile teoria di minimizzazione dello spreco, càpita di trovare broccoli – non dico mummificati- ma sicuramente giunti alla terza età. Ora, io mi considero una consumatrice mediamente critica, ma ammetto di non essere in grado di immolarmi completamente alla causa. E il broccolo anziano, confesso, lo lascio lì.
Una volta vado al mercato dei produttori, dove trovo verdura di stagione, così bella da farmi sospettare un uso sconsiderato di fitofarmaci. Quando indico alla simpatica signora di pesarmi quel magnifico broccolo romano portatore ignaro di meravigliosi frattali, dentro di me scalpita il demone delle certificazioni – amante di leggi e definizioni- che mi martella ricordandomi che parole come nostrano e naturale non vogliono dire una beata mazza.
Una volta vado dal verduriere che rivende quanto acquistato ai mercati generali. Garantisce una certa convenienza e varietà. Di stagionalità non se ne parla proprio. Stamattina – venerdì 8 gennaio- c’erano le fragole in offerta a 1€ al cestino. Quando uno dei verdurieri me le ha proposte ho dichiarato sommessamente che non era ancora arrivato per me il tempo delle fragole. Quando poi questi ha avuto l’ardire di insistere con un “guarda che poi la stagione delle fragole finisce e tu non le hai assaggiate” ho sfoderato la mia migliore risata sardonica da agronomo in incognito. C’è mancato poco che non sbottassi in un “forse lei non sa chi sono io“.
Dove sei broccolo perfetto? Coltivato bene, sano, con l’impronta ecologica di un colibrì, senza confezioni e buonissimo? Giuro, prima o poi ti scoverò.
Ho una routine abbastanza multipolare anch’io, per quanto riguarda l’ortofrutticolo (e l’alimentare in genere). Qualche volte però siamo riusciti a coltivarceli da soli i broccoli, in un piccolo giardino che abbiamo in campagna. Ecco, quelle volte, forse, ci siamo quasi avvicinati alla perfezione broccogica… 😀
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bravissimi! molto stima e ammirazione
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quando ci riesco a me piace anche occuparmi di un pezzetto di terra, solo che diventa sempre più difficile… siamo presi da molte cose 🙂
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😂😂😂mi hai fatto morire…comunque l’uscita sulle fragole di stagione che poi finiscono é proprio da delinquenza!!!
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quel verduriere è un fuorilegge! 🙂
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Tocca diffondere la foto segnaletica 😂😂😂
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grazie !!! Hai moltiplicato le mie già sostanziose paranoie sulla spese… se domani ti fischiano le orecchie sono io al mercato !!!
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ahahah, presterò attenzione!
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Decisamente un approfondimento interessante.
Ne farò tesoro. Grazie.
Un sorriso con l’augurio di un meraviglioso inizio di 2016.
^____^
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grazie!
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capisco..capisco…
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Al massimo posso mandarti le foto di quelli di papà… 😉 🙂
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Nel mio orto !!! Però una volta maturi, visto che non li posso mangiare tutti in una volta, li surgelo.
Però hai ragione, sono abituata a mangiare le verdure del nostro orto e non riesco a mangiare i pomodori fuori stagione, o le zucchine e i cetrioli e tutto il resto che vedo al supermercato ormai 365 giorni l’anno. Un pomodoro raccolto maturo mezz’ora prima di metterlo nel piatto e di mangiarlo, ha tutto un altro sapore di quelli lustri e anemici che vedo al supermercato. Lo stesso dicasi per fragole, more, kiwi, limoni (ne ho 5 grosse piante, limoni freschi tutto l’anno) pesche, ecc. bisogna contenderli a qualche insetto, ai bruchi delle cavolaie, ma è tutta un’altra cosa.
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piacevole passeggiata tra mercati, verdurieri e difficoltà a essere coerenti
ml
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Per me la svolta è stato scoprire il banchetto del verduraio del cuore al mercato dietro casa. Ormai compro solo più da lui. Se non riesco ad andare, piuttosto muoio di scorbuto. Certo, non ho idea della provenienza né delle certificazioni, ma è tutto sempre talmente buono che mi affido con cieca fede ai suoi broccoli e ai suoi mandarini, e amen.
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purtroppo soffro di una deformazione professionale, per cui vedo dei mondi dietro ai broccoli (hai presente quelli che leggono i tarocchi? ecco, io coi broccoli)
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