Il trenino dell’amore a cinque

Per molto tempo, quasi quattro anni, Signorina A e Mademoiselle C si sono addormentate con me. Quattro anni era fino a quel momento tutta la loro vita, ma, se ci penso bene, era anche un po’ tutta la mia, di vita.

Tutta la mia vita di mamma, fino alla nascita di Miss T, l’ho trascorsa addormentandomi, a geometrie variabili, con Signorina A e Mademoiselle C. Poi ci ha sempre pensato il Signor Pàpici a riconsegnare in un abbraccio  ogni corpo addormentato alla sua postazione prestabilita.

Anche quando con noi sul lettone c’era già Miss T che smanacciava da dentro la pancia e noi si giocava a sentirla parlare, ci si addormentava insieme.
Poi la nuova ricchezza di famiglia è uscita allo scoperto e c’è stato bisogno di inventare nuove geometrie serali, per farle spazio.

Da due anni, ormai, Mademoiselle C e Signorina A prendono sonno nei loro bei letti a mezzo castello di poderoso abete laccato di bianco; una giù e l’altra poco più su. Qualche chiacchiera, la preghiera della sera, una o due storie e poi la luce si spegne.

Qualche volta, viene richiesta e concessa una piccola deroga: la storia, invece che nel letto bianco a mezzo castello, si legge nel lettone.
E così, ripristiniamo il vecchio rituale a posti rigorosamente fissi: mamma in mezzo, Signorina A alla mia sinistra, Mademoiselle C alla mia destra.

Perché questi erano i loro posti nella mia pancia gemellare. Capitava più spesso quando erano più piccine, ma l’eco della loro vita uterina ogni tanto sfocia nella quotidianità. Ricordo che una volta Mademoiselle C manifestò il suo fastidio nei confronti di Signorina A che la precedeva sullo scivolo impedendole di passare, sbottando così: “Ma, insomma, Signorina A, già in pancia ti sei piazzata davanti all’uscita e non mi facevi nascere, perché volevi passare prima tu!“.

Andrea Agostini - 03 - I mesi - 02 Febbraio - Serie 2

E nelle sere speciali, al termine delle letture, per trovare la voglia di emigrare nel letto bianco a mezzo castello e riuscire a digerire il privilegio di Miss T che può allungare la sua permanenza nel lettone, hanno inventato il rituale del trenino dei baci.
Viene convocato il Signor Pàpici, che nel frattempo sta finendo di rassettare la cucina dopo la cena, perché il trenino deve fare tutte le fermate. Ogni vagone deve schioccare un bacino a tutti gli altri quattro e riceverne altrettanti.
Se riesco cerco sempre di cogliere con lo sguardo il momento del bacio tra loro due, Mademoiselle C e Signorina A. Una rarità. Fanno tutto insieme, ma, come una coppia navigata, non si baciano quasi mai. Per cui quel momento di tenerezza si riveste d’oro. Almeno per me, che sono un vecchio vagone sentimentale.

Vi voglio bene più di tutto l’universo

Adoro sconfessare Einstein, appena prima di dormire.

(L’illustrazione è una serigrafia di Andrea Agostini)

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