Quei pensieri saldamente adolescenti

Penso talvolta di essere un’adolescente irrisolta.

No, non per faccende auliche del tipo “tenere vivi i propri sogni”, “non piegare i propri ideali alla realpolitik dei giorni”, “lottare contro le ingiustizie”, “sognare un mondo migliore”.
Dell’adolescenza, oltre a qualche sbiadito ideale e timido desiderio, mi sa che mi son portata dietro un piccolo fardello di insane paranoie, diciamo un beauty case di immotivate insicurezze con cui incipriarmi il naso.

Gli adulti perfettamente risolti, che hanno completato senza neanche un mezzo pasticcio il loro cruciverba esistenziale a schema libero, sono dispensati dal procedere nella lettura.
Si avvertono gli stessi che, se decideranno comunque di contravvenire al divieto di cui sopra, ogni loro sorrisetto pietoso sarà severamente sanzionato.

Pensieri che non coltivo , s’intende, ma che mi sorprendo di ritrovarmi cresciuti addosso, come veicolati da rizomi sotterranei difficili da estirpare.

Come quando mi capita di passeggiare per la strada, se son con le bimbe chiacchierando con loro, se son da sola chiacchierando lo stesso, e mi sorprendo girare automaticamente alla larga dai gruppetti di preadolescenti, per sottrarmi al loro umorismo scomposto. Devo dirmi: “No, ma guarda, che i brufoli non ce li hai più da un pezzo, quelli ti guardano come vedessero la loro insegnante di matematica”. E allora l’adolescente se ne torna nei recessi degli anni Novanta – magari a guardare SuperVicky- dov’è giusto che stia.

Stessa dinamica, mi sorprendo a evitare di passare troppo vicina ai parchetti dove si gioca a pallone, quei quadrati senza recinzione da dove con la cadenza della metro nell’ora di punta i ragazzini tirano una bordata fuori misura e poi urlano “Pallaaaaa” per indurre i passanti alla restituzione della sfera. Credo di temere inconsciamente di non riuscire a passargliela, allora devo dirmi: “Con tutta probabilità ce la fai a superare con un calcio una barriera di mezzo metro, fidati”. E allora l’adolescente se ne torna a sguazzare nella memoria delle puntate di Beverly Hills, a sospirare per Dylan e dileggiare il perbenismo di Brandon.

Quando prendo in mano la racchetta da tennis e comincio a sparacchiare i miei dritti in improbabili parabole che raggiungono lo zenit per poi ricadere al di qua della rete e mi prende di vergognarmi di fronte ai vicini di campetto che mi stanno ovviamente ignorando. Tocca di dirmi: “Credo stiano occupando il campetto per giocare a tennis, non per commentare tra i denti le tue prodezze“. E allora l’adolescente se ne torna a scrivere del suo immaginario futuro dentro quaderni con quadretti minuscoli come la sua età.

Quando mi vien voglia di infilarmi un vestito un po’ diverso, che magari scopra minimamente le gambe o delle scarpe con un tacco superiore agli 8 mm, comincio a immaginarmi tutti gli occhi puntati addosso. Mi devo proprio ricordare: “Tesoro, non credo nessuno ti fermerà per chiederti un autografo“. E allora l’adolescente se ne torna dentro ai suoi confortevoli pantaloni oversize, magari a quadri, maledettamente alternativi.

Ogni età ha il suo bagaglio di insicurezze, io ne conservo un piccolo campionario dall’adolescenza: mi sa che le vie per aggrapparsi disperatamente alla gioventù sono proprio infinite.

23 pensieri su “Quei pensieri saldamente adolescenti

  1. Comunque se quelli che hai elencato sono segni di adolescente irrisolta, ci entro a pieno titolo ho sempre l’ansia a restituire il pallone, uso solo e goffamente il diritto e se vedo capannelli di neo adolescenti attraverso per non incrociare gli sguardi….uh, e guardo ancora con somma invidia le gambe lunghe e affusolate e non è invidia buona, no è proprio quella fumosa

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  2. Sono adolescente, e la palla ho sempre paura di tirarla indietro perchè spesso sono così impedita da non riuscirci… I missili a tennis li tiro anch’io, e vado anche a lezione… faccio una gran fatica a vestirmi vistosa e non sportiva, ma anche troppo colorata, non mi sento per nulla a mio agio, sento che tutti mi fissano… ma non cambiare perchè è bello essere anche un po’ adolescenti 😁😁

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  3. aahh…quanti sospiri per Dylan… 😀
    Comunque anche io devo spesso ricacciare dietro le quinte l’adolescente che si sente sempre al centro dell’attenzione, osservata e giudicata per ogni cosa, dal trucco eccessivo, alla gonna troppo corta o alle calze appena messe e già smagliate… Meno male che ora delle paranoie si può ridere!

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