Petali bianchi

Mamma, hai visto, qui ho colorato i petali con le tue qualità” mi mostra Mademoiselle C orgogliosa il suo quaderno di italiano, dove la festa della mamma si è incontrata con gli aggettivi qualificativi.

Ha colorato praticamente l’intera corolla, lasciando bianchi appena tre petali:

– paziente (“Mamma, ma tu hai tanta o poca pazienza?“, “Mah, qualche volta tanta qualche volta poca…che ne dici tu?“, “Secondo me ne hai più poca che tanta“, “Tipo quando?”, “Tipo quando ti arrabbi se non mettiamo la giacca“, “Beh, ve l’avevo detto quattro volte, alla quinta mi sono arrabbiata“, “Mamma, ma tu diccelo sempre piano, anche alla quinta volta“. Quando si dice settanta volte sette).

– puntuale (“Mamma, siamo sempre in ritardo al mattino“, stravero)

– creativa (“Mamma, ma tu di origami sai fare solo la barchetta“, mi sembra di sentire perfino una nota di sdegno).

Ah, mamma, ho colorato anche “profumata”…lo so che sei profumata quando esci dalla doccia e poi dopo un po’ non lo sei più, però mi sembrava brutto, sai, lasciare proprio quel petalo bianco”

E sì, nel caso qualcuno se lo stia chiedendo, anche quest’anno tra le cose che “piace fare a mamma” è stato menzionato il fatidico “guardare il telefono”.

Come si fa esattamente a uscire indenni dalla festa della mamma?

8 pensieri su “Petali bianchi

  1. Nel loro caso, la regola numero Uno è: ignorare la voce di mamma (che dice di mettere la giacca, ma anche che ci chiama perchè la cena è pronta, che dice che è ora di andare a letto, ecc. ecc.). Funziona sempre! 🙂

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