I dolori delle “giovani” blogger

GiovaniBlogger

Calvino, che amo come si può fare nei confronti di chi non lo saprà mai, diceva una cosa che nel tempo non sono riuscita a scollarmi dalla memoria: Il primo libro sarebbe meglio non averlo mai scritto. Finché il primo libro non è scritto, si possiede quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita, il primo libro già ti definisce mentre tu in realtà sei ancora lontano dall’esser definito; e questa definizione poi dovrai portartela dietro per la vita, cercando di darne conferma o approfondimento o correzione o smentita, ma mai più riuscendo a prescinderne.

Non so per quali meccanismi mentali, una recente lettura di Recalcati sulla paura della pagina bianca è andata ad incollarsi nella mia testa proprio affianco a questa faccende del buon Italo (che tra l’altro aveva i genitori agronomi, e poi uno dice che non è segno del destino, ma questa è tutta un’altra storia): Freud e Lacan hanno ricondotto l’inibizione intellettuale che impedisce il gesto della creazione a una fissazione libidica allo “stadio anale”. Nella fase anale il bambino fa esperienza della possibilità per lui inedita di trattenere o rilasciare le proprie feci. Questo potere decisionale rovescia il rapporto di subalternità che aveva sino a quel momento condizionato i rapporti con i suoi genitori. Trattenendo le feci egli scopre che la madre aspetta il prodotto dei suoi sforzi con trepidazione. (…) Rilasciare le feci significa allora dare soddisfazione alle attese dell’Altro. «Ma che bella la tua cacca! Davvero speciale! Sembra oro!». (…) Ma rilasciare le proprie feci significa anche per il bambino sottoporsi al giudizio dell’Altro, ovvero perdere tutto quel potere che il trattenerle gli attribuisce, innanzitutto quello di coltivare una immagine ideale di sè. (…) Una volta che scrivo, una volta che rompo il ghiaccio e decido di prendere la parola, una volta che rinuncio al privilegio di trattenere il mio prodotto presso me stesso, sono obbligato ad entrare nello scambio e nel commercio con l’Altro. Non potrò più evitare di essere sottoposto al suo giudizio. In questo senso restare inchiodati al di qua della soglia della pagina bianca permette all’allievo inibito come al grande scrittore, di preservare l’illusione infantile di generare delle feci d’oro.

Combinare insieme Calvino e Freud nella mia testa spiega quel che è per me scrivere un blog, che non è certo essere scrittori, ma è piuttosto assai più simile a rilasciare prodotti catabolici (o caccabolici?) nel web.

E’ un’attività gratificante, creativa, distensiva, distraente, liberatoria. Ma ti costringe (anzi, ti costringi) ad esporti. E questo necessita la rottura di qualche tabù interiore: provate a pensare al disagio di quei sogni in cui ti capita di andare al bagno di fronte a frotte di sconosciuti. Ecco.

C’è comunque una specie di molla interiore che balzella e mi fa desiderare di scrivere e di essere letta. Qualche volta la molla, come è nella sua natura, si contrae, diventa corta e densa ed è lì che prevale la voce che incredula mi domanda “ma chi te lo fa fare?”. Poi arriva un nuovo slancio.

Una delle cose belle dell’aver aperto in maniera del tutto incosciente un blog è stato incontrarne altri, di incoscienti. Scoprire che esistono altre molle, in giro, che si contraggono e poi si rislanciano, proprio come me. Una di loro, preziosa compagna di incoscienza, è Margherita, in arte MrsBean73, che la pensa più o meno così “Le giovani incoscienti blogger si buttano e poi ritrattano, stanno rispettosamente nel loro cantuccio, salvo poi sperimentare d’improvviso scomposti tentativi di personal branding, sono costantemente dibattute tra il crederci veramente o continuare a giocare. Soggette a variabili stati d’umore, leggono tanto, commentano incessantemente, si scambiano pareri sui loro beniamini del web ed esultano per qualche like ricevuto dai blogger veri, quelli che contano. E’ di nuovo vivere una neoadolescenza, la scrittura e l’esposizione in rete procurano anche questo, un’altalena adrenalica tra batticuori, autostima vacillante, trasognate ambizioni.”

E per darvi ancora più l’idea, ecco uno stralcio di recente conversazione tra Erodaria e MrsBean, le incoscienti del blog…oltretutto piemontesi, (ché, come si capisce, dell’essere veramente blogger abbiamo poco o niente).

Erodaria: poi voglio chiederti una cosa tecnica!

MrsBean: certo…dimmi pure…

Erodaria: volevo chiederti come mai quando pubblichi su wordpress poi in genere fai passare dei giorni prima di pubblicare il post su FB

MrsBean: ahhhh…perché non so mai se condividerlo su FB

MrsBean: nel senso che su wordpress mi sento più a casa, anche se sono tra persone che non conosco, ma sono meno esposta, mentre su FB il mostrarmi mi intimorisce sempre un po’…anche se la visibilità è decisamente superiore

Erodaria: pensa che (finalmente una cosa in cui siamo diverse!) per me è il contrario

MrsBean: semplici paranoie

Erodaria: io voglio che siano le persone che mi conoscono a leggermi e soffro un po’ della paranoia inversa, cioè, in pratica, “di non essere profeta in patria”

MrsBean: diciamo che tra chi mi conosce ho più l’ansia da prestazione, sono certa che molti dei miei amici pensano…ma dimmi tu questa cosa si è messa a fare (che tenerezza….) anche se la maggior parte in realtà è molto affettuosa

Erodaria: devo mandarti una roba che ho letto di Massimo Recalcati

MrsBean: oh si volentieri… ho anche timore di stufare…quindi sono parsimoniosa nel pubblicare

Erodaria: ah vedi, ecco ma ci sta, fa parte delle tante declinazioni del blog personale. Io, pensa te, mi sento più in difficoltà ad essere letta da chi non mi conosce…mi viene uno strano pudore

MrsBean: eh probabilmente ognuno ha le sue

Erodaria: sicuro

MrsBean: il bello è che sto rivivendo sentimenti adolescenziali con il blog, quel trasporto che ti disorienta…a tratti eh

Erodaria: Mrs…cosa mi dici mai? non ci crederai, ma ho sulla punta delle dita un post sui sentimenti adolescenziali

MrsBean: un po’ per la vicinanza con mia figlia, un po’ per turbamenti da scrittura…ahahahaha

Erodaria: si tratterà di telepatia?!?!?!?!

MrsBean: ahahahahah

Erodaria: non ci posso credere!

MrsBean: poi la vita mi richiama all’ordine, per fortuna 😉 ma sì mai prenderla troppo sul serio, si perde anche un po’ il gusto… quando sono più leggera e scrivo in modo più istintivo, la vivo meglio e me la godo

Erodaria: esatto! io in questo momento sono in quella fase…creativa e leggera, ma vivo a fasi, proprio come dici! E infatti ho fatto e poi cancellato la pagina fb del blog. ho aperto e poi chiuso l’account di twitter, ho slanci per ottenere maggiore successo poi però mi spavento/scazzo e ritratto: bipolarismo allo stato puro

MrsBean: io non manco quelli, è tutto un andirivieni mentale

Erodaria: senti cara, conosci una certa XXX? M’ha amicata ma non so chi sia…

MrsBean: no, non la conosco

Erodaria: boh?!! io nemmeno vabbè… la tengo amica lo stesso, ormai ho liberalizzato anche sta cosa dei contatti FB. Tu?

MrsBean: oh sì anche io, ho accettato amicizie di gente che non conosco, ma da sabauda ho dovuto sforzarmi un po’

Erodaria: a chi lo dici!

MrsBean: non è proprio nelle mie corde

Erodaria: nemmeno nelle mie!

MrsBean: e ogni tanto mi sembra di aver aperto casa alla cazzo (scusa il francesismo..)

Erodaria: ma vero? idem per me!

MrsBean: uguale! Senti, facciamo un post condiviso su tutte ste paranoie, sarebbe divertente

Erodaria: giusto! proviamoci! chiamiamolo “i dolori delle “giovani” blogger”

MrsBean: sì sì, a mo’ di chiacchierata! Liberalizziamole queste paranoie e poi prendiamoci finalmente un caffè insieme!

61 pensieri su “I dolori delle “giovani” blogger

      1. La verità è che prendiamo i blog come valvole di sfogo, come un modo per pensare liberamente e dar adito ai pensieri. Dire la propria quando non è possibile o è difficoltoso nel reale, tuttavia questo mi ha causato alcuni problemi. Letta da chi non voglio essere letta, persone che conosco realmente, o capita di instaurare un legame con altri blogger. Alla fine WordPress e altre piattaforme sono dei social e succede esattamente come accade su Facebook. Dipende se si sceglie di essere se stessi, come ho fatto io o dei personaggi, dipende anche da chi si trova su queste piattaforme. Come ho scritto in passato sui miei blog, il carattere di una persona viene sempre fuori e lo si capisce da come scrive. Il segreto è essere distaccati, celare qualcosa e io questo non l’ho fatto e non affezionarsi a niente e nessun motivo per cui ho deciso di smettere di scrivere.

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          1. Come in tutti i social, c’è gente e gente. Adesso scrivo in forma privata su WordPress riservando la lettura su richiesta. Reale e virtuale, che differenza fa? Fa male in entrambi i casi.

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  1. : ) Io non pubblico mai su Facebook.. questo su WordPress è uno spazio un po’ più intimo per chi vuole trovarmi, ma proprio non mi va di pubblicizzarlo a tutti i miei contatti. Chissà perché poi ho questo pudore… psicologia contorta e pippole da blogger (o aspirante tale)!

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  2. leggo anche da te e vale anche qui il commento su MrsBean73. Aggiungo allora che io invece su fb ci sono come pagina ma per il profilo personale Fb mi ha “costretto” a nome e cognome e sai cosa? Alla fine, passato il pudore iniziale, ho pensato:” ma chi se ne frega! Di cosa devo vergognarmi? Io sono quella sono!”.

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  3. Niente. Io resto la più sabauda di tutte! Non apro le porte a FB (ma neanche le chiudo del tutto!) mi diletto su più blog dai tagli più o meno personali, così confondo le acque, ma soprattutto mi crogiolo nell’eterna domanda “la faccio o me la tengo? (la scrittura)”
    La mia conclusione è che anche per me scrivere è una attività “gratificante, creativa, distensiva, distraente [e soprattutto] liberatoria” per questi motivi essendo quasi impossibile “trattenerla” , onde evitare di “farsela addosso”, la scrittura, ho deciso di sfruttare l’occasione del web per condividere con altri seguaci della filosofia del “corpo sciolto” le potenzialità creative del mettersi in gioco…seppur da un angolino riservato e (apparentemente più) tranquillo.
    …sarà perché non ho mai sognato di andare in bagno di fronte a sconosciuti?
    Bravissime! Mi è piaciuto tutto un bel po’!

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  4. Che bella chiacchierata tra donne per me super (Erodaria poi tu sei nel mio cuore i swear!). In alcune cose mi ci ritrovo molto. Io ad esempio condivido con Margherita che su wordpress mi sento più a casa.Non pubblico mai su FB, mi ci sento nudo. In realtà a scrivere ci si sente tutti un po’ nudi. Ho messo il blog sulla mia presentazione di FB, per cui io sono questo per chi vuole può darci un occhio. Ad esempio poi non chiedo mai l’amicizia su FB, aspetto che siano gli altri a farlo. Erodaria ad esempio è stata la prima a farlo nei miei confronti. Io non l’avrei mai fatto, ma per pudore, ho sempre paura di essere inopportuno o invadente, e forse ho semplicemente paura del rifiuto! Per cui grazie Erodaria … hai aperto tu la strada alle altre. Poi per il resto che dirvi bella la copertina del vostro libro. Lo trovo su amazon 😉 Aò lo stesso commento lo metto sul profilo di Margherita. Par Condicio! 😀

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  5. Grazie, grazie. Mi rispecchio tantissimissimo in colei che pubblica e poi riflette a lungo se pubblicare pure su fb. Ho un account fb apposito per il blog e ultimamente mi stanno chiedendo l’amicizia pure gli amici veri dell’account “standard”…io me ne sto nel mio cantuccio a chiedermi: ma se pubblico su fb, alcuni riceveranno due volte lo stesso messaggio: e non si romperanno gli zebedei? Ecco, già non sapevo se espormi o no, e facendomi il doppio account mi sto esponendo il doppio.
    Sono la solita pasticciona!!!
    I maniaci sono già passati a chiedervi l’amicizia?
    Per fortuna si riconoscono subito

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      1. Ti chiedono l’amicizia, e dopo un secondo che l’accetti, ti iniziano a scrivere, “ciao come stai? ti do fastidio? Mi sembri una bella persona…”. Poi vai a vedere e l’unica amicizia in comune è con una donna che ha una foto profilo tutta ammiccante. Fatto il difficilissimo calcolo 1+1, arrivi alla conclusione che hai un maniaco tra i contatti. Ma basta non rispondere. Poi dopo i primi casi, quando maschi con interessi distanti dai tuoi e nessuna amicizia in comune ti chiedono l’amicizia impari a non accettarla.

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  6. Eheheh vado a fasi anche io, pur rimanendo piuttosto costante nelle pubblicazioni. A volte scrivere mi soddisfa, altre volte diventa logorante. Condivido sui perché non è facile farsi trovare, da “buoni” e “cattivi”: solo in questo modo mi sono fatta conoscere e ho conosciuto altri blogger. D’altra parte, chi non è interessato può ignorarmi; piuttosto, vorrei dare attenzione a più blog ma non sempre riesco, per ovvi motivi di tempo. Questo post è stato divertente! A presto!

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  7. Anche per me fb e wordpress sono due mondi completamente separati. Da quando ho iniziato a scrivere questo blog ho detto solo a poche persone “reali” della sua esistenza.
    Pensare che su fb ho amici di una vita che provengono dal mio vecchio blog, ma ho bisogno di intimità, per quanto possa arrivare a leggermi chiunque.
    Voglio sentirmi libera di scrivere quello che sento, come lo sento e molte delle persone che ho su facebook non mi fanno sentire libera per nulla.
    Di tanto in tanto, le cose che considero leggibili da chiunque, le copio e incollo di là.
    Sono tornata a scrivere dopo quasi dieci anni, è stato un esilio piuttosto lungo, ma dovevo tornare cambiata e con intenti diversi. E sono contenta di averlo fatto.
    P.S. Io, salentina trapiantata a milano, mi sono aperta solo ora all’amicizia agli sconosciuti e ancora faccio una severa selezione all’ingresso!:mrgreen:

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      1. A me capitò, comunque a me non piace che i conoscenti mi leggano, non che live dica cose diverse ma chi mi ha fisicamente presente dice che la percezione cambia parecchio.
        Mi rimase impresso un vecchio conoscente virtuale che poi per caso conobbi dal vivo e disse: “Ma tu.. ridi moltissimo”, stupito.
        E ho anche offeso un’amica per come avevo definito suo marito, che non era niente di offensivo ma per iscritto suonava probabilmente come secco giudizio che come goliardica osservazione.
        Però tu hai un modo più lieve e godibile di scrivere, quindi penso che sia molto soggettivo come discorso.

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        1. sai che la posizione tua e di MrsBean è la più gettonata? A questo punto forse io sono un’esibizionista! Ahahah

          (grazie per il lieve, mi piace tantissimo come aggettivo, tanto davvero!)

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  8. simpatico siparietto dove con leggerezza offrite parecchi spunti di riflessione seri. (senza aver letto Recalcati avevo sempre percepito un parallelismo tra pubblicare un post e rilasciare feci, la seconda è l’unica attività produttiva assolutamente personale. Che poi detto così sembra un’ammissione che scrivo di merda)
    ml

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  9. Ma sai che io invece sono molto più genata quando devo commentare i post o i blog altrui? Nel 90% dei casi lascio perdere, leggo e fuggo. Mi sembra sempre di essere banale, o rischiare di far partire discussioni e flame, anche involontariamente. Invece sul mio blog e sul mio Fb ormai sono a casa: chi viene sa di trovarmi in tuta, struccata e svaccata sul divano E se li offendo o li annoio, possono sempre uscire sbattendo la porta!

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    1. allora, a parte che sono in visibilio- solluchero-coma iperglicemico per la parola “genata”, devo dire che io mi sento a casa, ma come quando accolgo estranei, per cui per ora niente tuta. Almeno per ora 🙂

      (per quanto riguarda questo, di blog, Beatrice, i tuoi commenti sono per me stra-mega-accetti…se ti ci scoprissi in tuta ne sarei felicissima)

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