Ciolo un pochino?

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“I terzi si allevano da soli”, ho sentito dire a qualche saggia signora, riferendosi alle nostre assodate capacità genitoriali.

Mica vero.

Quando sono nate Signorina A e Mademoiselle C ero sufficientemente incosciente e disinformata da ostinarmi ad attaccarle alla tetta, anche a dieci giorni di distanza dal parto cesareo. Nemmeno le mie tette dovevano aver letto manuali sulla biologia del puerperio, visto che alla fine è arrivato, il latte, copioso da sfamare due neonate per sei mesi senza altro e per un altro anno ancora dopo, finché loro due, a distanza di un paio di settimane l’una dall’altra, han girato la testa verso un più allettante vasetto di yogurt.

Sono stati mesi di divano forzato, mesi di natura brada, mesi di sconfinata tenerezza e sfacciata comodità. È che la tetta te la porti sempre dietro. Ho ancora nelle orecchie la voce di mia nonna, dolcemente corrotta dalla vecchiaia, che ogni volta che assisteva ad una sessione si allattamento in tandem, pronunciava quel ” Fai miracoli “, che mi ha sempre molto incoraggiata.

Miss T ha quasi tre anni e ” tetta” è la parola che ha pronunciato con la maggiore frequenza in assoluto nella sua vita. Ora le serve teoricamente solo per addormentarsi, ma non nego che ci sono dei momenti in cui sfodera l’espressione più tenera del mondo e con voce mielosa supplica “Ciolo un pochino” e la deroga viene concessa.
Il latte non accenna ad andarsene, lei non asseconda minimamente nessun timido tentativo di dismissione della pratica, io…boh, non so, vorrei fosse lei a schifare la tetta in favore di un qualcosa di più succulento. Sarà una delega di responsabilità verso minore, ma non sarebbe male se fosse lei a decidere il tempo giusto. L’altra verità è che non la so gestire veramente la sua risolutezza caratteriale.
La verità è che non ho imparato a essere mamma la prima volta che lo sono diventata. Non è come l’andare in bici o nuotare. Magari sono io particolarmente lenta all’apprendimento. Forse è semplicemente perché ogni figlio ha le sue di istruzioni per l’uso.

Alle vecchie signore che, a differenza mia, sanno molto di pedagogia e, quando mi vedono allattare quell’ormai gigantessa di Miss T, commentano con sicuri “beh ormai usa la tetta come ciuccio”, prima di ritirarmi nei miei antri di inadeguatezza materna, mi va di puntualizzare che semmai è il ciuccio il surrogato della tetta. Non viceversa, eh.

18 pensieri su “Ciolo un pochino?

  1. Io dico che se è voluto (nel senso scelto, consapevole e tenuto sotto controllo), il viziarli un po’ fa bene! Accresce la loro autostima, li fa essere un po’ più ottimisti e soprattutto li rende consapevoli che noi ci siamo e ci saremo sempre. Ovvio, un po’ come in tutte le cose, non bisogna esagerare per non creare dei mostri! Ma finché rimane una cosa equilibrata penso sia “sano”, per loro e per noi. Io tutti questi “rigoristi”, quelli che dicono “ma così li vizi, non gli fai capire che la vita è dura” li trovo spesso esagerati (e anche un po’ frustrati…forse avrebbero voluto esserlo e non lo sono stati). Che la vita è dura lo capiranno da sé! E state tranquilli che lo capiranno anche se noi gli concediamo “ciolo un pochino”!!!

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  2. Sono alla prima, di figlia, ed è talmente risoluta, anche se non ha ancora compiuto i due anni, che spesso mi lascia interdetta. Io continuo a coccolarmela e alle fini pedagogiste che danno consigli non richiesti offro un bel muro su cui sbattere.

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  3. Chiara com’è delicato questo articolo!complimenti per questi super allattamenti, chissà che non sia anche io su questa strada col mio piccolo…il fatto che la mattina lo trovi che mi accarezza la “dispensa”mi fa pensare😃

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  4. Io le lezioncine le mal sopporto da sempre, purtroppo però non riesco a rimanere indifferente…rimugino, ci ripenso, mi confronto, mi interrogo… alla fine ascolto il più delle volte la mia voce interiore, vado di pancia, di petto o tetta che dir si voglia 😉 tu mamma super in fondo sai che ciolo un pochino va benissimo!!! Ti abbraccio 😘

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