Mi sono ammalata di antropocene

-Ehi, ehi, svegliati! È tardi, svegliati!

-Mmm…cosa? Che c’è? Chi sei?

(…)

– Ah, ciao, Ma’.

– Ma’? A chi? A me?!? Ma come ti viene in mente di chiamarmi così? Alzati piuttosto.

– Lasciami in pace, Ma’, ancora un pochino, dai.

– Lasciarti in pace? Io a te? Leggi qui, va’.

Ma’, t’ho detto che son stanco, non ho voglia adesso di leggere un giornale.

– Guarda che è roba che hanno scritto amici tuoi.

Ma’, lasciami stare, dai.

– Ti ho detto di non chiamarmi Ma’. Comunque questi dottoroni che mi hanno visitata dicono di me cose da matti.

Che dicono, Ma’?

-Dicono che tu e i tuoi fratelli m’avete ammalata.

Ammalata di cosa?

-Ammalata di plasticaccia, pasticci radioattivi, schifosa polvere di carbone.

Mai sentita sta malattia, Ma’, sei sicura? Non è che è una delle tue storie?

– Dice qui che la diagnosi è Antropocene.

Ma sì, Ma’, quanto la fai lunga, vai un periodo alle terme, vedi che stai meglio.

– Dice qui che non guarisco più, mortacci. Mannaggia a me quando vi ho presi in casa.

Ammazza quanto la fai lunga, Ma’.

– Che superficiale che sei, ma non ti vedi? Alzati ‘sto letto, va’. Che quando sarò morta sì che mi penserai.

Quanto sei melodrammatica, Ma’.

– Mi sento così sola, così brutta, stanca.

Ti faccio un caffè, Ma’?

-Ma quale caffè e caffè…guardami, per cos’è che m’avete ridotto così, poi? M’avete riempita di plastica per mettervi la spesa nelle buste e portarvela a casa.

In effetti c’hai ragione, Ma’.

-Ti ho detto di non chiamarmi Ma’.

Ma non sei la Madre Terra?

– Non per te, Uomo, potessi ti caccerei di casa.

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15 pensieri su “Mi sono ammalata di antropocene

  1. Non capivo di cosa stavi parlando e poi nel finale ho ritrovato il senso di tutto e in quel momento ho capito come fosse terribilmente vero quello che hai scritto! In poche righe tu riesci a dire tanto e questa è una delle tue (tante) qualità.

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