Prima, però, basta

Sono stata colta da un’immagine. La foto di una bambina, su per giù dell’età di Miss T, che piangeva disperata col viso affondato nei capelli della bambola che teneva stretta tra le mani. In viso un’espressione disperata da treenne, una di quelle che centinaia di volta ho sciolto in un abbraccio. Quella foto mi ha fatto proprio venire quella voglia matta e ancestrale di abbracciarla, quella bambina disperata, di essere rimedio al suo pianto, con un gesto istintivo, piccolo, di mamma.

Quella foto non viene da uno qualsiasi dei nostri soggiorni. Viene da Aleppo.

Così, il desiderio di porre rimedio assume delle forme immense e al contempo confuse.

C’è da far qualcosa con urgenza, questo dice un impulso che dagli occhi corre veloce al cervello, al cuore, alle mani. Ma cosa?

Cosa posso fare?

Altaleno tra la sensazione/certezza/vergogna di essere una merda indifferente, alla sensazione di inadeguatezza e impotenza del non essere in grado di fare nulla di significativo per questo orrore, alla sensazione di non essere autorizzata a sentirmi male per interposta persona nel caldo del mio soggiorno.

L’unica cosa che ho fatto è che ho ripreso a leggere, leggere per capire, perché ammetto con grande vergogna che ho smesso di farlo da tempo. Non so cosa stia succedendo in Siria, se non dalla voce senza inflessioni di radiogiornali che mi hanno assuefatto alla bruttezza.

Ho ripreso a informarmi, cercare di capire, per essere vicina con la testa. Sapere è meglio che non sapere.

Non basta.

Mi son detta, poi, che se l’opinione pubblica è riuscita a vincere una battaglia (alla quale volutamente non associo alcun aggettivo) contro l’olio di palma, potrà almeno un poco incidere.

La battaglia da vincere questa volta è più impegnativa, si tratta di qualcosa di più di un additivo alimentare. Si tratta di avere cazzi di dichiarare guerra alla guerra, di smettere di pensare sotterraneamente che sia un male minore.

Lo so, lo so perfettamente, sono una radical chic buonista. Inutile che biasimi chi sta pensando questo di me, è esattamente quello che sto pensando io di me stessa, mentre scrivo queste parole, dopo essere stata catturata da un’immagine che, invece, ho deciso di non mostrare. Ma son pronta a cambiare, sono alla ricerca di una via per dare un contributo. Anzi, datemi una mano, ditemi cosa state facendo voi.

La faccenda è complicata, sembra insormontabile per tutte le fasi che si son susseguite finora, per tutti gli attori coinvolti, per tutto quello che non capiamo. Ma sotto sotto c’è una verità semplice: la guerra va fermata e – dopo, solo dopo- si deciderà con mezzi intelligenti, degni di un’umanità che sa stare anche fuori dal suo soggiorno, chi erano i buoni e i cattivi. Prima, però, basta.

 

sapone-di-aleppo-usi

 

10 pensieri su “Prima, però, basta

  1. Ti capisco benissimo. Anche io ne ho viste di foto di bambine come le mie, le tue, le nostre. Foto che lacerano il cuore e che fanno scaturire in ne un urgenza.
    Perché quei bambini sono anche i nostri, sono figli di qualcuno, ma sono BAMBINI!
    Io non ho trovato soluzione. So che in molti però non vogliono vedere. So che fa paura ma vedere è l’unico modo. Avevo condiviso alcune foto sul profilo FB. Certo non sono belle e non è facile. Ma molti mi hanno criticato dicendo che non era giusto. Che loro volevano navigare senza essere “disturbati” dalle foto da me condivise. Ecco è questo che bisogna combattere. Che non vogliono essere DISTURBATI!

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    1. le immagini ci catturano, senza nessun dubbio
      la ragione per cui non ho voluto metterla è legata al fatto che non metto mai foto nemmeno delle mie bimbe (ho voluto trattare quella bimba come tratto le mie, in un gesto stupidino, forse, non so)

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  2. la questione siriana è vero è complicatissima e pure io me ne perdo sempre dei pezzi. è drammatico veder i civili specie i bambini innocenti persi nella desolazione e sofferenza gratuiti. non hanno colpe eppure la loro innocenza e infanzia viene violata ogni minuto… prego che la guerra finisca prego che le nazioni ritrovino saggezza e giustizia ,.,.,sogni utopie forse ma ci spero ancora.
    ti ringrazio per questo post, molto carico di emozioni e di parole sante..
    daniela

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  3. Purtroppo non saprei che cosa fare, l’informazione sembra ormai aver dimenticato quello che succede come fosse abitudine, e il mondo si risveglia soltanto davanti alle immagini più crude… prego perché la guerra finisca presto, perché le ferite sono sempre più difficili da curare..

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  4. Sarebbe bellissimo se molte più persone la pensassero come te. Purtroppo ci sono talmente tante guerre che in alcuni paesi ormai sono quasi quarant’anni che vanno avanti solo per la mera cupidigia dell’uomo… E coloro che ci vanno per mezzo sono sempre e solo i bambini, le persone che cercano di vivere la loro vita ogni giorno. Però tieni alta la tua bandiera: oggi siamo due, domani tre… Tra 10 anni riusciremo a farcela!

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  5. Io mi comporto con mia figlia come fai tu con le tue, condivido il fatto che tu nn abbia voluto publicarle, purtroppo la società opportunista spesso publicizza e publica per altri scopi….. di fronte ad una guerra che impotenza nel cuore, il cervello si fredda… Belli i tuoi scritti complimenti.

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