Nel 2016, scrissi un post dedicato al settimo compleanno di Mademoiselle C e Signorina A. Nel rileggerlo ci ho trovato pezzettini preziosi della nostra quotidianità di allora, alcuni parzialmente dimenticati. In nome di questo senso di conservazione dei ricordi, ne scrivo una versione datata ad oggi.

Nei giorni scorsi ho festeggiato il mio nono complemammo.

Comincio a essere una mamma navigata, nove anni da mamma mi sembrano un bagaglio significativo di esperienza. 

Essere mamma per me è cercare di comprendere e rispettare i loro tratti caratteriali nelle scelte che le riguardano, siano esse la fantasia su una maglietta o l’attività sportiva più adatta.

È sciogliersi di tenerezza al cospetto del sorriso sdentato di Miss T.

È ricomporsi d’orgoglio nel vederle superare le proprie paure buttandosi a testa in giù a cercare l’equilibrio perfetto di una verticale. Che non importa dove arrivi, importa sapere da dove sei partito per arrivare fin lì.

È ricordare con loro i momenti prima e subito dopo le loro nascite, custodire quei ricordi come un regalo, lo stesso che intorno al mio compleanno mia mamma ha ogni anno fatto a me.

È cercare di affrontare i miei difetti, i miei nodi mai sciolti, per non metterli sulle loro spalle.

È trovare tragicamente retorico un post come questo.

È pronunciare come un rito sacro l’ennesimo  “Ti voglio bene più di tutto l’Universo”, intascando una serie di meritatissimi “Mamma, dai, ce lo dici sempre”.

È incoraggiare Mademoiselle C ad avere la forza di mostrarsi brava.

È abbracciare Signorina A per sciogliere le sue e nostre naturali tensioni.

È vedere, come in un sogno, le persone adulte che diventeranno.

È rispondere loro male, sgridarle senza costrutto e poi chiedere in fretta perdono.

È dare e ricevere abbracci che sono rifugio.

È considerare questa esperienza umana la più piena che abbia mai avuto.

È scriverne, anche al costo di risultare stucchevole. 

Cose piccole, sorrisi grandi, qualche lacrima, essere mamma è un viaggio con un’ottima compagnia.