Quaranta (con un leggero anticipo)

Mi piace il silenzio, ma solo quello che riesco a scavare con le unghie nella terra chiacchierona della mia quotidianità. Me lo ricavo di nascosto quando torno a casa da una giornata che mi è sembrata più lunga del solito, da sola in auto. Non accendo la radio e sento il silenzio. Quando, raramente, entro in casa da sola ed è tutto ancora vuoto e spento, prendo a cucinare senza televisione, né musica. Mi preparo ad essere travolta di lì a poco dai racconti della giornata (pochi), i malumori della sera e i battibecchi tra sorelle (tanti), da diversi strumenti che suoneranno contemporaneamente musiche diverse, dalle proteste di Nocciolina che non vuole essere presa in braccio dalle sue giovani e, a tratti moleste, padroncine.

Mi piace l’ordine, lo desidero con imperterrita costanza e ricavo un perenne senso di frustrazione dalla sua persistente assenza nella mia vita, ma solo quello che riesco ad ottenere come temporanea tregua della naturale irregolarità dello spazio che mi circonda. L’ordine è bello se dura mezza giornata, dopo diventa noia.

Mi piace il tempo per me, rubare uno spazio che sfugga al cadenzare dei doveri, ma solo se, come un bel gioco, dura lo stretto necessario a renderlo eccezionale e, per questo, preziosissimo. Il giorno mensile del corso di scrittura da aspettare e vivere con gioia, il pranzo da un’amica ritagliato con certosina precisione, entrare in un negozio carino che studiavo da lontano, abbandonarsi alla lettura appena prima di scivolare nel sonno. Accendere piccole luci che illuminano anche tutto il resto. Il tempo del piacere è la sacca di ossigeno necessaria a tenere accesa la fiamma dei doveri, ma quelli belli, che si lasciano abbracciare.

Mi piacciono i colori vivaci, ma solo se si appoggiano, a contrasto, su uno sfondo scuro.

Mi piace il riposo, ma solo quello che viene dopo la fatica, come mi piace il digiuno dopo una folle mangiata.

Mi piace lavorare, ma solo dentro ad un orario.

Mi piace leggere, ma non i libri brutti.

Mi piacciono le regole, ma solo quelle intelligenti.

Mi piace realizzare, osservando i comportamenti delle bambine e ascoltando i loro discorsi, che ho trasmesso loro alcune delle cose in cui credo, ma poi spero fortissimo che siano meglio di me.

Mi fa un po’ impressione compiere, tra poco, quarant’anni, ma mi piace pensare che mi siano serviti a sapermi con più precisione, a conoscere sia i mi piace che i ma che ne definiscono i contorni.

Mi piace sempre tantissimo che mi si veda ragazza, ma sono contenta di essere una donna.

16 pensieri su “Quaranta (con un leggero anticipo)

  1. A parte che dico di avere quasi 40 anni da quando ne ho compiuti 30 e spero di non fare la stessa cazzata con i 40. Ma… Ho riconosciuto molto me stessa in questo post, solo nel pieno dei miei 30 ho capito chi sono, cosa voglio essere e come mi piaccio io. Ma anche come mi piacciono gli altri. Prezioso. p.s. auguri!

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