Gita in cascina

La prima A e la prima B di Signorina A e Mademoiselle C ieri sono andate in gita in una cascina.

– Mamma, lo sai che vicino al pratone c’era la casa del re degli dei?.

Eh?– (questo il mio unico apporto alla conversazione che, per il resto, si è svolta come irresistibile rimbalzo tra le due, di cui ho goduto in religioso silenzio).

-Sì, sì, era una specie di vecchia torre.

– Oh, sì, e una volta questo re degli dei, mi sa tipo duecentomila anni fa, andava in giro con uno zaino.

– Sì, era in giro con questo zaino e s’è messo a piovere.

– Prima ha bussato a una porta e non gli hanno aperto, poi ha bussato a un’altra porta e nemmeno questi gli hanno aperto.

– Un sacco di gente non gli apriva e lui con questo zaino era sempre più bagnato.

– Poi c’erano due innamorati, mamma nel senso che stavano proprio solo insieme solo loro due senza figli o figlie eccetera, che gli hanno aperto.

– E lui per ringraziarli li ha trasformati in due alberi.

– Sì, lei era il tiglio con le foglie a cuore, che è il simbolo dell’amore e lui è diventato quercia, che è l’albero dell’amicizia.

– Mamma, devi vedere, nel pratone il tiglio e la quercia sono infatti proprio vicini!.

– E vicino alla torre del re degli dei c’era pure la casa di un poeta, di duecento anni.

– No, guarda che ne aveva duecentomila!.

– Sì, sì, c’era questo poeta di duecentomila anni che faceva anche il giornalaio.

– Faceva il giornalaio nel senso che scriveva queste poesie e poi le vendeva.

– Anche io sto scrivendo una poesia, mamma, mi sa che poi la vendo.

– Mamma, io ho visto uno scoiattolo grigio!.

– Guarda che gli scoiattoli grigi sono quelli cattivi, quelli che hanno cacciato quelli rossi!.

– Ah, però l’ho visto.

-C’era un masso gigantesco, era sceso da una montagna, ci abbiamo messo tutte le nostre mani per spingerlo tutti insieme.

-Sì era enorme, sarà stato grande quasi quanto il frigo.

-E c’era il bambù.

– Ma senza il panda gigante.

– Io ho fatto il pane, mamma, sai che basta fare un vulcano di farina e mettergli dentro l’acqua e lo lievito e poi aspettare? Poi io alla pallottola ho fatto anche delle orecchie da orso, così capisco che è la mia.

-Invece fare il formaggio è facilissimo, basta mettere il caglio nel latte, sai mamma, noi abbiamo fatto il formaggio!.

– Mamma, le fragole che abbiamo seminato nella bottiglia sono da innaffiare tutte le sere.

– Mamma hanno detto che ci possiamo tornare nel pratone, quando vogliamo.

– È vicino al treno, basta girare a destra fare una salita poi camminare un po’, andare di là e poi sei arrivato.

– Hai capito mamma?.

-Sì, ho capito tutto.

17 pensieri su “Gita in cascina

  1. Che meraviglia… Quasi quasi faccio un figlio anch’io. … Ops… (dai, qualche battuta di amara ironia ogni tanto fa bene) 😉 A parte gli scherzi, adoro il dolce e creativo nonsense dei bambini, che, a pensarci bene, ha molto senso: è il vero puro brainstorming, tempesta di cervelli ed emozioni senza sosta.

    Piace a 1 persona

      1. Sì infatti! E i concetti di spazio e tempo aggrovigliati e mescolati…Come quando vogliono tutto e subito e “quand’è che arriviamo?” o “ma quanto dura cinque minuti?” diventa una litanìa lamentosa. haha!;)

        Piace a 1 persona

  2. Esilarante, meraviglioso, splendido!
    Momento di Alta Letteratura, altro che dadaisti, surrealisti, futuristi e tutti gli isti che si sono susseguiti e si susseguono.
    Invidio le tue Letterine (A B C), penso che prenderò ispirazione da loro… io ero fermo ad Hemingway….

    Guarda che aspetto la prossima, ci conto, promettilo-giuralo!

    Piace a 1 persona

Lascia un commento