scrivo un’ode alla moka
in lei c’è più poesia che in una cialda
e aggiungo due righe sulla mia Lettera 32
in lei c’è più poesia che nel mio accapì
spendo qualche parola per il chiosco della giornalaia con cui parlo di opposizione ferma e gentile
in lei c’è più poesia che in un quotidiano buttato sullo scaffale di un supermercato
celebro le botteghe odorose dei robivecchi
lì dentro c’è più poesia che in centomila discount o vetrine di luci
fermo un pensiero intero per il termometro a colonnina, uno per l’orologio con le lancette, uno per il telefono a rotella
e uno per tutti i “buongiorno, sono otto euro e settanta, ecco a lei un euro e trenta di resto, buona giornata!”
occhi chiusi, faccio risuonare le campane a festa e quelle a morto
che oltrepassavano i muri spessi della vecchia casa gialla, laggiù, in fondo
onoro la bicicletta
e il suo brivido di libertà
canto i sentimenti indicibili, che non possono avere luce in questo mondo veloce
in loro, sbagliati e condannati, abita la poesia clandestina della resistenza

Bravissima! Bellissimo!!
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