pensare con gratitudine
al sentirsi immobili sapendosi in realtà in movimento
al sapersi soli senza che faccia rima con tristi ma con unici
al vedersi illuminati da qualcosa dentro ad un’apparente notte
ai pensieri scivolosi, così miei e insieme così estranei
alla verdura da mondare
al colore verde
alle cose gratuite di qualsiasi entità
alla vita, così fortuita ma così più forte di ogni paura
ai milioni di piastrine diligentemente al lavoro per ricamare le mie cicatrici
