La naturale regolarità gemellare

Chi ha figli gemelli sa benissimo di essere un naturale bersaglio della curiosità altrui.
Appartenere a una specie unipara e partorire dei gemelli ti conferisce quel tanto di esotismo da indurre le persone a farti le domande più strane. Che a riceverle a ripetizione ti viene da sorridere, qualche volta magari da sbuffare mentalmente, da alzare impercettibilmente gli occhi al cielo.
Però, che bellezza.
Tu te ne vai in giro spingendo un passeggino doppiamente infarcito e la gente non ha altro di meglio da fare che fermarsi a contemplare quello che a tutti gli effetti tu senti essere il tuo masterpiece.

“Sono gemelli?”, anche nella variante un po’ meglio assortita “Sono gemelle?”.
“Sono tutte e due sue?”
“Sono gemelle gemelle o sono solo sorelle?”
“Ma sono proprio uguali?”
“Chi è la più brava?”
“Danno tanto da fare?”
“Avevate gemelli in famiglia?”

E poi tutta la serie di curiosità sulla contemporaneità dei bisogni, delle richieste, dei sentimenti:
“Piangono insieme?”, Si svegliano insieme?”, “Ma quando ha fame una, ha fame anche l’altra?”, “Qualche volta fanno gli stessi sogni?”.

Ma quel che la gente non sa veramente dei gemelli -e che forse riguarda unicamente la coppia gemellare a me assegnata, non saprei- è che a loro scappa la cacca sempre nello stesso istante.

Non so se sia una delle migliaia di varianti della Legge di Murphy applicata ad un appartamento con cinque persone e un bagno solo. Fatto sta che tutti i giorni succede sempre la stessa dinamica. A Mademoiselle C e Signorina A arriva al cervello una comunicazione nervosa proveniente dall’intestino in un istante preciso. Che è lo stesso per entrambe.
Per cercare di regolare la corsa all’ambito trono, a casa nostra vige la regola secondo la quale la prima che dichiara verbalmente il proprio bisogno si guadagna inderogabilmente il diritto di precedenza.
Tuttavia, siccome sia Signorina A sia Mademoiselle C sono delle accanite bibliofile, amano scegliere accuratamente le loro letture prima di recarsi ad espletare i propri bisogni corporali. Ecco che, una volta guadagnatasi la prima posizione con tanto di avvallo genitoriale, la giovane in pole-position, che fino a trenta secondi prima mostrava i segni di un bisogno insopportabilmente impellente, si attarda davanti alla libreria per una scelta oculata delle sue letture da bagno. Ed è in quel momento che l’altra, contravvenendo alle regole domestiche e accontentandosi dei libri che già giacciono in bagno dal giorno prima, accelera fiondandosi ad accaparrarsi l’ambito posto in prima fila.

Ne segue una zuffa impossibile da dirimere in maniera sensata, ma anche altrettanto impossibile da ignorare, in quei casi in cui cerco di non intervenire perché posseduta dallo spettro di tata Lucia che mi guarda severa mentre si annota tutti i dettagli per fare di me il modello di madremerda nel suo prossimo manuale educativo da dare alle stampe.

Che poi, non so perché, ho come la sensazione che succederebbe uguale anche se ne avessimo due, di bagni.

10 pensieri su “La naturale regolarità gemellare

  1. Francamente la mia unica domanda che viene da fare a chi ha due gemelli è “come fai a sopravvivere?”
    Io con due unni, che hanno 4 anni di differenza l’uno dall’altro, fatico…naturalmente di più con il piccolo.
    Immagino quando tutte e due da piccole piangevano, o dovevano mangiare o altro… AIUTO 😮

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