L’understatement dei buoni propositi

Per l’anno che sta per cominciare ho deciso di fare un unico proposito.

Nel 2016 mi propongo di lavare l’auto.

Considerato che l’ultima volta che ho condotto “mammagialla” (la mia utilitaria color pulcino) sotto le sapienti spugne di professionisti del settore ero incinta al settimo mese di Miss T e che quest’ultima ha compiuto due anni a settembre, direi che è un obiettivo di tutto rispetto.

Concreto ma raggiungibile con discreta soddisfazione.

Basta con progetti altisonanti di bandi prestigiosi, perdite di peso epocali, inenarrabili svolte professionali, risolutive sterzate organizzative.

Riporre sforzi e speranze in progetti sovradimensionati non solo aumenta esponenzialmente il rischio di insuccesso, ma, anche in caso di esito positivo, potrebbe non portare la felicità agognata. Spesso m’è capitato di versare ettolitri di sudore verso un obiettivo bramato con enorme dispendio di energie fisiche e mentali, per poi dover realizzare a malincuore che l’averlo raggiunto m’ha lasciata più tiepida e vuota che felice.

Ecco, perché nel 2016 smetterò di applicare un metro bipolare all’igiene della mia casa e della mia auto e finalmente riallineerò queste due sfere esistenziali. Terrò mammagialla sufficientemente pulita da smettere di intimare alle bimbe di tenersi lontane dalla carrozzeria per non contrarre parassitosi di varia natura.

Sento che ce la posso fare.

Sono i piccoli obiettivi come le piccole cose a darmi la felicità. Per dire, si può immaginare come la qualità della mia vita sia cambiata sensibilmente da quando ho acquistato un nuovo raschiaghiaccio.

Il mio nuovo raschiaghiaccio l’ho pagato 2 miseri euro e per questo modico valore lui ha prodotto dei miglioramenti tangibili nelle mie giornate.

A differenza del precedente che aveva un’impugnatura essenziale,  questo ha un manico di ben 31 cm.
Questa differenza sostanziale produce le seguenti conseguenze:

  • riduzione sensibile dei tempi di sghiacciamento del lunotto in un momento della giornata in cui la mia ansia da ritardo raggiunge picchi inenarrabili
  • raggio di sghiacciamento e conseguente efficacia di pulizia più che raddoppiata
  • annullamento completo dell’ibernazione della mia mano destra (col precedente, infatti, tutto il ghiaccio rimosso dal lunotto si frangeva in mille scaglie che saltavano direttamente su falangi, nocche e dorso della mano, con conseguenti dolorose screpolature)
  • raggiungimento della scuola elementare in perfetto orario, anche in pieno inverno,  con evidente soddisfazione materna, filiale, del corpo docente e del personale non docente
  • attenuazione di sintomi da stress, quali gastrite psicosomatica e contrattura del trapezio
  • tangibile miglioramento del mio umore, con effetti salutari sulle relazioni interpersonali.

Mai sottovalutare il potere benefico delle piccole cose.

19 pensieri su “L’understatement dei buoni propositi

  1. te lo auguro, la mia macchina fa pena e ogni volta che mi capita di dare un passaggio a qualcuno mi vergogno e poi mi dico che la porto a lavare. Poi mi atogiustifico: una figlia con le amiche, due cani, vivere in campagna, lo smog, parcheggiarla vicino alla metropolitana…chi me lo fa fare? però hai il mio appoggio incondizionato! ce la puoi fare!! buon 2016

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