Intorno alla felicità

Ci sono queste strisce molto carine di un certo americano, Stephan Pastis. Io le leggo in differita, in italiano, su Linus. Si chiama Pearls before Swine, che suona per noi come Perle ai Porci. I personaggi principali sono: un maiale, che si chiama Maiale, che incarna l’ingenuità ai limiti dell’idiozia; un topo -Topo- il cinismo; una capra- Capra- il buon senso.
Ad un certo punto ne è uscita una fulminante, che ovviamente non ho trovato sul web, ma che più o meno recita come segue.

Topo a Capra:”Ecco come va…all’inizio hai grandi sogni…sogni di fama, viaggi, onori, amore, immortalità…Poi un giorno ti svegli, e scopri che la tua vita non è altro che una serie di sabati all’Ikea. Quand’è che delle mensole nuove hanno sostituito i miei sogni?”

Capita così che i sogni si ridimensionino e che la felicità che da ragazzo vagheggiavi impregnare i grandi progetti per il tuo futuro alla fine la trovi buttata lì, dentro ai più minuti dettagli dell’esistenza.

Un po’ come la poesia. Voglio dire, anche laddove non potresti in nessun modo aspettartela, la trovi. Prendete ad esempio la frase Prendi sotto braccio la felicità, basta aver coraggio. E’ una di quelle espressioni così intrise di cruda poesia, che non puoi non stupirtene. E l’ha concepita un tipo come Al che nella migliore delle ipotesi mi pare poetico come un ramarro orientale. Dentro ad una canzoncina che parla di palmipedi danzanti. Insomma, incredibile.

E come la poesia, è la felicità. Non la trovi dove pensi che sia, tanto che una dinamica umana logora ma mai morta è quella di affannarsi come dannati per raggiungere obiettivi che, una volta afferrati, ci lasciano più vuoti che allegri.

La felicità succede un sabato pomeriggio trascorso tra i giochi delle piccole di casa e un tardivo cambio dell’armadio dei grandi. Arriva intorno alla più piccolina, regalmente assisa sul WC, come da lei espressamente richiesto ululando “Cacca! Cacca!” in giro per la casa. Si presenta nella forma del dolce odore della sua pupù diligentemente deposta nella tazza di casa a soli 20 mesi di vita. Arriva, la felicità, ed esplode in una danza di risate dell’intera famiglia roteante intorno al trono di ceramica su cui si erge Miss T, irrefrenabilmente trascinata nella gloria dei nostri applausi, delle nostre risa, dei nostri abbracci.

Me lo avessero detto quando avevo la metà dei miei anni, che sarei stata felice, ma felice veramente, per il controllo degli sfinteri di un lattante, credo non ci avrei mai potuto credere.

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12 pensieri su “Intorno alla felicità

  1. è da un po di tempo che mi sono accorta di come alcune persone hanno l’unico scopo il minare la tua felicità…per questo la vera felicità va cercata dentro di sè…e cacca sia!

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  2. a me è venuta in mente questa :
    “Lloyd, guarda quel campo infinito di possibilità! E quella distesa di desideri esauditi! Ma dove siamo finiti?”
    “Credo che ci siamo persi di nuovo nelle sue fantasie, sir”
    “Lloyd, ti avevo detto di controllare che non ci allontanassimo troppo dalla realtà. Lo sai quanto è faticoso tornarci”
    “Chiedo perdono, sir. Devo essermi lasciato distrarre dal colore di quei sogni ad occhi aperti”
    “Ti capisco, Lloyd. Sono bellissimi, non trovi?”
    “Decisamente, sir. A tal proposito mi permetto di suggerire di raccoglierne un po’ per decorare la quotidianità”
    “Lloyd, dimmi la verità: siamo finiti qui per caso?”
    “Direi più per fortuna, sir.”
    ( da http://www.vitaconlloyd.com/ )

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