I postumi del Natale (Christmas hangover)

Quando finiscono le vacanze natalizie, è un momento delicatissimo. C’è poco da scherzare coi postumi del Natale.

I sintomi dell’hangover natalizio sono molteplici e tutti dannatamente pericolosi.

1. La tristezza sorda e primordiale che ti coglie al pensiero di smantellare albero, presepe e ammennicoli connessi. Quelli che fino all’altro ieri ti apparivano come portatori sani dell’intramontabile poesia del periodo solstiziale si rivelano finalmente per quello che sono: orribili cimeli in plastica China Extreme che lasciano tracce di sé per i mesi a venire sotto forma di irremovibili micropaillettes che fino a Ferragosto troverai nelle fughe tra le piastrelle, sui tuoi polpastrelli, sulla coda del gatto, tra gli incisivi.

2. Un quantitativo di dolciumi forieri di potenziali patologie (con casistica che va dalla carie al coma iperglicemico), con un carico calorico sufficiente a coprire il fabbisogno annuo di Michael Phelps in allenamento preolimpico. A differenza dello tsunami pasquale di uova – tipicamente smaltite in interi mesi di ininterrotte torte al cioccolato- le infide schifezze portate dalla Befana non hanno alcun sbocco culinario possibile, a meno che tu non voglia cibarti di soufflé di marshmallow, vellutata di carbone dolce o tagliata di biancorì.

3. Quell’eredità scomoda lasciata dal cibo in eccesso ingurgitata nel filotto di feste delle ultime settimane, praticamente una felpatura di M&M’s intorno a cosce e addome, che tu provi a scoppiare come fosse pluriball. La cosa più orribile è che tu (chi tu? io?) hai incautamente preso una taglia in più proprio alla vigilia dei saldi, per cui dovrai concentrare tutta la tua ansia consumistica sugli accessori perché mai e poi mai potrai acquistare un paio di pantaloni in queste terrificanti condizioni.

4. Il ritorno alla routine, dopo alcuni giorni di vacanza tuoi e due settimane di sospensione delle attività scolastiche dei tuoi figli. La sveglia nuovamente puntata alle 6 e mezza può farti sentire col cuore così stretto che nemmeno Leopardi la sera del dì di festa.

5. La presa di coscienza che è ora di mettere in atto i buoni propositi per l’anno nuovo, probabilmente messi nero su bianco in preda ai fumi del quinto prosecchino andante. In pratica si tratta di quel tragicomico momento in cui ogni “mi iscrivo in palestra” si tramuta in “faccio le scale a piedi, almeno in discesa” e tutti i “mi metto a dieta” assumono l’aspetto di più innocui “rinuncio all’acqua frizzante, così non gonfio”.

6. La necessità maniaco-ossessiva di ricavare uno spazio per tutti gli svariati metri cubi di doni ricevuti dalle dolci creature che vi son figlie. La mente vacilla, se non si affronta l’operazione poco alla volta e dopo averla attentamente studiata a tavolino, si rischiano seri attacchi depressivi o accessi autolesionistici. Meglio farlo in assenza di testimoni, ché non è il massimo mostrarsi durante una crisi di licantropia.

christmashangover

 

13 pensieri su “I postumi del Natale (Christmas hangover)

  1. Mi hai fatto tornare indietro a tanti anni fa, quando le vacanze natalizie avevano bisogno di altre vacanze per smaltire la fatica postuma. Oggi, per fortuna, tutto ciò è “quasi” finito. Rimangono gli avanzi di cibo in frigorifero, da riciclare in ricette fantasiose o da surgelare per le settimane successive. Pochi i dolci, regali ormai nessuno, decorazioni sobrie e poche.
    Però che belli erano i tempi di quando ci preparavamo al Natale nelle settimane dell’Avvento e decoravamo casa con Presepe e Albero e avevamo intere tavolate per tutte le feste e regali che riempivano la casa.

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