Pupazzi arcobaleno

Dopo un pranzo frugale, sabato scorso il Signor Pàpici e io abbiamo imbarcato in auto il nostro prezioso terzetto alla volta del matrimonio di I e V.
Mademoiselle C e Signorina A erano in allegra fibrillazione da giorni, specie perchè l’evento avrebbe consentito loro di indossare dei vestitini da femmina, le “calze lunghe” e le paperine. Inoltre era per loro la prima volta in cui avrebbero potuto assistere con una sufficiente lucidità ad un matrimonio. Voglio dire, anagraficamente parlando, anche io sono stata campione del mondo nell’82, ma quel che mi ricordo è la vittoria del 2006. Erano molto curiose di vedere come fanno i grandi a sposarsi.
In auto anche Miss T brillava di trepidazione riflessa, al punto che ci sono voluti svariati chilometri e un numero fiaccante di passaggi della sua canzone preferita prima che si arrendesse al sonnello postprandiale.

La sposa è mia cugina. Cugino è uno di quei gradi di parentela che possono evocare lontani e sfilacciati cordoni di consanguineità. Ma qui il caso è esattamente opposto. C’è da dire che io non ho veramente molte cugine. Anzi, a voler essere onesti, di cugina ne ho solo una, abbiamo la stessa età, ci ho trascorso tutte le estati per vent’anni, la uozzappo un giorno sì e l’altro pure. Tutto questo per giustificarmi di aver inesorabilmente pianto mentre lei entrava in Chiesa, anche se ero straconvinta che non l’avrei fatto. Mamma, ma cosa fai?– mi guarda esterrefatta Mademoiselle C, distraendo per un secondo lo sguardo dalla sposa che avanzava nella navata centrale. Niente, qualche volta si piange quando si è felici– dico io, benedicendo di essere una schiappa assoluta col trucco e di aver rinunciato in partenza al mascara.
Al momento dei rituali del matrimonio, mi sono accocolata sull’inginocchiatoio dove A e C erano sedute in attesa che la cerimonia avesse fine e ho richiamato sottovoce ma con tono solenne la loro attenzione. È così che ci si sposa– ho annunciato indicando l’altare con la voce suadente e misteriosa del mago Silvan quando introduce un qualche effetto di prestidigitazione. Loro hanno osservato I e V con la serietà che si confaceva alla solennità del momento e dell’espressione del mio viso e poi si sono rimesse a farsi gli affari loro.Sull’onda dello straordinario evento cui avevano assistito il giorno prima, ieri Mademoiselle C e Signorina A hanno deciso che era arrivato il momento di celebrare il matrimonio dei pupazzi a foggia di frutto o ortaggio che impazzano da qualche settimana sugli scaffali di un noto supermercato. Noi li abbiamo vergognosamente tutti e dieci, tre per bambina, più uno frutto del mio desiderio compulsivo di completare la collezione.
Così li hanno schierati tutti sul mio tappetino da ginnastica e hanno cominciato a dividerli a coppie. L’operazione di per sè non mi pareva difficilissima, dato che gli astuti esperti di marketing ne hanno partoriti cinque con nome maschile e altrettanti con nome femminile. A tutta prima ho anche cercato di dire la mia, proponendo dei possibili abbinamenti, poi mi sono autoritirata nel ruolo di silenziosa osservatrice. La trattativa tra le due reverende Moon è stata dura, ma alla fine hanno officiato il loro matrimonio collettivo al suono di Forza, baciatevi in bocca!  Una loro personalissima interpretazione del rito del giorno prima.
Per la cronaca, le coppie che sono scaturite sono state nell’ordine:
– Broccolo con Fragola
– Carota con Pomodoro
– Mela con Pera (sai Mamma, erano cugine, ma poi si sono innamorate…capita!)
Banana con Fungo
– Aglio con Fico.
Bilancio: due coppie eterosessuali, due coppie gay, una coppia con un transessuale (non ditemi che Alex Banana…).
Gli strateghi del marketing della grande distribuzione immettendo sul mercato questo stuolo di ortaggi avevano in mente di invogliare i bambini al consumo delle vitamine. Quello che non sapevano è che loro, i bambini, continuano imperterriti ad odiare i broccoli nel piatto e ad amare Bob Broccolo come compagno di giochi. In compenso la loro spiazzante fantasia è capace di trasformare un manipolo di pupazzi  in un variopinto baluardo dell’orgoglio LGBT.

2 pensieri su “Pupazzi arcobaleno

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