Esemplari da matrimonio

Avendo già scavallato la metà dantesca della mia esistenza, ho partecipato ad un discreto numero di matrimoni, sicuramente sufficiente ad aver incontrato e impersonificato -a seconda dell’occasione- diversi archetipi di invitato. I tipi umani che popolano cattedrali imbellettate, piccole chiesette di campagna, municipi e ricevimenti di nozze sono altamente riconoscibili e per lo più ricadono in una o contemporanemente più d’una delle seguenti categorie.

Il preso bene. Costui o costei ha nella stragrande maggioranza dei casi una stretta di relazione di vicinanza con almeno uno degli sposi. Lo riconosci perchè -a meno che non abbia generato prole rumorosa- in chiesa prenderà posto su uno dei tre banchi anteriori e verserà lacrime più o meno copiose durante i momenti salienti della cerimonia. Ma attenzione, in questa categoria ricadono anche le romantiche croniche, quelle strane creature che, che si stia sposando la sorella o la cognata della zia della vicina della collega della matrigna della sarta del suo cane, si immedesima quasi patologicamente nella sposa idealizzando l’evento in corso al punto da credere ogni volta di essere l’incarnazione di Cenerentola.

Il condannato a morte. E’ stato trascinato a forza dalla fidanzata, dalla madre o dalla moglie. Soffre in maniera lancinante per l’intera giornata, ha l’espressione di Robespierre ai piedi del patibolo in Place de la Révolution, solca ossessivamente lo schermo del telefono nel disperato tentativo di distrarsi. Piuttosto che lì vorrebbe essere al lavoro in un giorno di straordinario non pagato, alle prese con una sessione intensa di shopping o sottoposto ad una doppia detartrasi consecutiva.

La portinaia. Non va mai in giro da sola, ma si muove in coppia o in piccoli gruppi. A partire dall’arrivo in chiesa, fino ai saluti finali commenta abiti, accessori, acconciature, trucco e portamento di ciascun individuo intervenuto a vario titolo, incluso il celebrante. I commenti sono ovviamente tutti a pH intorno al 2. Stila personali classifiche per ciascuna categoria che discute allo sfinimento con i suoi consimili.

L’amatore. Trova con soddisfazione il significato della giornata nel buon cibo, non si alza mai da tavola e gusta ogni portata, incluso il tris della torta nuziale.

L’ottimista etilico. Inizia la giornata sotto le vesti del Condannato a morte, ma la sua giornata subisce una svolta decisiva a partire dal prosecco di aperitivo. Da lì comincia un’escalation etilica che salva emotivamente la sua giornata ma ammorba quella dei suoi commensali.

L’esibizionista.  Si tratta di quel soggetto demoniaco che non aspetta altro che prendere la scena e esibirsi in un’arte molesta di fronte al pubblico degli invitati, sia essa il karaoke, una danza caraibica o la prestidigitazione.

L’agente dei servizi segreti. In genere di sesso femminile, è colei che conduce una serrata e scientifica osservazione di tutti gli intervenuti, si avvicina agli sconosciuti chiedendo dettagli sulla loro identità, sul grado di parentela o sul tipo di relazione che intercorre con gli sposi e entro la fine della giornata produce un dettagliatissimo flow chart che lega l’uno all’altro tutti i presenti.

Il fotografo non autorizzato. Convinto di essere il fotografo ufficiale pur non essendolo, intralcia il lavoro del fotografo professionista. Gira con una compatta antediluviana e riesce a frapporsi in maniera imbarazzante tra celebrante e sposi allo scambio degli anelli  per ottimizzare la propria visuale.

L’avulso. Non conosce nessuno degli invitati, non sa quasi perchè si trova lì, attende i saluti finali imbozzolato in un angolo della sala del ricevimento; arrivato quel punto, probabilmente nessuno lo riconoscerà e lui si chiederà perchè non se ne è andato via sei ore prima.

L’incauta portatrice di tacchi. Al pari dei cosiddetti guidatori della domenica, che non raggiungono mai velocità tali da dover ingranare la quarta, la donna appartenente a questa specie indossa i tacchi solo ai matrimoni. L’effetto che ne deriva, riconoscibile anche nel caso di forte miopia non corretta, è quella di un ippopotamo costretto alla bipedia. Arti inferiori preda di un indotto rigor mortis, assenza di movimenti articolari, persistenti smorfie di dolore caratterizzano l’intera giornata dell’imprudente individuo, almeno sinchè dalla borsa non esce un provvidenziale paio di infradito (salutato con orrore dalle portinaie presenti).

L’urlatore compulsivo. Si sente in dovere di animare la festa, sebbene nessuno gli abbia attribuito una tale responsabilità. Spesso costituisce una sottocategoria dell’Ottimista etilico e, intonando incessanti “Bacio! Bacio!”, finisce per appestare la giornata dei convitati senza rendersene conto.

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