Sto per scrivere qualcosa di difficile.
Siccome resto convinta che le cose personali possano contenere almeno qualche dettaglio universale, lo faccio ugualmente.
Lo scorso weekend abbiamo partecipato ad un ritiro di Avvento, dopo un lunghissimo periodo di digiuno da questo genere di attività. Ho alle spalle una discreta carriera nel settore. In principio furono i ritiri a cui partecipavo, bambina piccola, insieme a mia mamma catechista. Poi ci furono quelli da utente del catechismo (esisterà un termine migliore?). E ancora per diversi anni da animatrice. È un decennio che non bazzico più questo genere di eventi e se oggi sono tornati prepotentemente in auge è per via del percorso di catechismo di Mademoiselle C e Signorina A, che prevede un impegno di tutta la famiglia e non solo dei bambini. I tempi cambiano.
Il mio efferato senso del dovere insieme al desiderio che ogni genitore ha di dotare i proprio figli di qualche strumento anche per la loro (sicuramente imprevedibile e autonoma) vita interiore, ha messo una pezza alla mia volontà di trascorrere la domenica in tutt’altro modo. Non avevo grandi aspettative per la giornata, lo dico con onestà. (Forse poi questo è il migliore dei terreni in cui far radicare qualche pensiero nuovo). Voglio dire, il Natale quello è, non è che ce lo possiamo raccontare tanto diversamente da come qualcuno ce l’ha fatto conoscere negli innumerevoli Natali passati. Tanto meno all’interno di uno di quei casermoni da ritiro che in inverno sono impossibili da scaldare. Eppure qualche pensiero nuovo m’è inaspettatamente spuntato addosso.
Insomma quel che ho capito è che non ricordiamo semplicemente per l’ennesima volta la nascita del bambinello. Piuttosto ricordiamo a noi stessi che possiamo nascere un sacco di volte, almeno una volta l’anno, ecco. Se non di più. Qualunque taglio ci siamo procurati incidentalmente, per volere nostro o altrui o della vita stessa, si può ricucire e riprendere a fare delle cose, anche diversamente da prima. Insomma, è sempre possibile cambiare, indipendentemente dalla nostra età e da chi siamo stati finora. Cominciare di nuovo. Nascere.
Figata.
Alla fine di questo post, qualcuno starà considerando che non ho scritto nulla di difficile. Per me, vincere il pudore intorno a quanto di più indefinito posseggo, cioè la mia fede, è di per sé un’impresa. Cercare di tenerla il più possibile lontana da (in ordine di apparizione) retorica, naftalina, sfigaggine, anacronismo, ipocrisia- una grandissima fatica. Coniugarla col resto della mia vita, delle altre cose in cui credo e dell’idea di me, uno sforzo così grande che a tratti tendo a sottrarmene. E, invece, alla fine, mi è necessario.
(Illustrazione https://www.instagram.com/minimal.draws/)
Condivido in pieno, soprattutto le riflessioni finali. E’ molto complicato, ma ciò non ci esime dal provarci!
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già
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Condivido anche io appieno. Non è facile dichiarare di avere fede, di credere in Gesù e nella Madonna e di confidare nel loro conforto. Non riesco a parlarne mai nemmeno io.
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mi piacerebbe saperne parlare con parole nuove e non banali (chissà, prima o poi)
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Parole semplici direbbe la Madonna 😊
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Ps. E sei stata tutt’altro che banale !
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Che bella Chiara, questa tua interpretazione del significato da dare al Natale. È un bel messaggio anche per chi la fede non l’ha.
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grazie Alessandra!
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Sorrido. Figlia di ex catechista, anni in parrocchia, poi fui io stessa vicecatechista e animatrice. Ritiri, vacanze di cui ho un ricordo – lo ammetto – bellissimo. Ma poi la rottura. La fede sembra da sfigati, a un certo punto. Ci passano tutti. Qualcuno resiste, supera il varco. Altri mollano. Io l’ho persa. Era talmente imposta dai miei che forse non fu mai vera. Tutto questo per dirti cosa? Che le tue parole, nella loro semplicità, hanno un’universalità. Perché a Natale o si crede in Gesù, o in Babbo Natale. Ma a nessuno, di solito, viene in mente di credere nella propria nascita (a parte io che sono nata il 25, ma che comunque non penso mai alla vera “rinascita”).
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per te cade proprio a faggiuolo questa possibile interpretazione!
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Auguro a te e ai tuoi familiari feste serene, di cuore,
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Il natale come rinascita? Non l’avevo mai vista un questo senso… ma è interessante
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