Si comincia all’ultimo anno della scuola dell’infanzia, quando si mettono in atto dei cambiamenti nella routine giornaliera per prepararsi alle scuole elementari. Non si fa più la nanna pomeridiana, si inizia a prendere dimestichezza coi numeri e le lettere, si impara qualche parola di inglese.
In quarta elementare ci si comincia a preoccupare del salto alla scuola secondaria. Le insegnanti fanno i primi incontri tra ordini diversi, si lavora per prepararsi al cambiamento.
Alle medie – già in seconda- si partecipa agli Open Day delle scuole superiori per orientarsi nella scelta futura; chi ha deciso di iscriversi ad indirizzi per i quali sono previste materie mai fatte comincia magari a farsi un’idea coi primi rudimenti. Ecco che nasce qualche laboratorio pomeridiano di latino o di approfondimento informatico.
Nel biennio delle superiori, quando sei in seconda è giusto prepararsi al passaggio ai nuovi insegnanti, che il triennio è davvero difficile. In quarta cominci a sbirciare le guide di orientamento delle università o gli annunci di lavoro.
Il ritornello che mai si placa è “prepariamoci perché dopo non sarà come adesso, dopo sì che sarà difficile“. Le elementari non saranno mica come l’asilo: bisognerà stare seduti e fermi a lavorare per tante ore. Le medie non saranno mica come le elementari: gli insegnanti ti tratteranno con distacco chiamandoti per cognome. Le superiori non saranno mica come le medie: dovrai studiare il doppio per ottenere risultati che saranno soddisfacenti la metà. L’università non è mica come le superiori: i docenti non sapranno nemmeno come ti chiami. Il mondo del lavoro non è mica come quello della scuola: sarai senza protezioni e dovrai cavartela comunque, in qualsiasi situazione, solo sulle tue gambe.
Poi uno si chiede perché questa è l’era dell’ansia.
La cosa bella è che, ogni tanto, ci si può fermare e fare mente locale. Il mondo, dopo tutto, è fatto essenzialmente di tre cose: la Natura con le sue regole, l’uomo con le sue scelte, il caso con i suoi imprevisti. Io dico che se almeno, poco poco, le scelte fossero fatte nel rispetto delle regole della Natura e della dignità dell’uomo, ci resterebbe solo il caso da fronteggiare e lo potremmo fare con una certa dose di serafica e condivisa accettazione.
(illustrazione di Marjan Sadeghi https://www.instagram.com/marjillu/?hl=it )
Non tornerei a scuola manco se mi pagassero!
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io invece qualche volta sì 🙂
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Ad ogni età le sue ansie! E come sarebbe bello tornare almeno per un po’ a quelle precedenti! Per quelle successive sono sempre peggio di quelle che le hanno precedute
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come sarebbe bello, invece, liberarsene una volta per tutte!
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Il post perfetto per me che soffro di ansia! Infatti mi hai fatto venire l’ansia (no, scherzo, quella già la tengo di mio!)
Però, è vero. Si va troppo veloce, non si riesce a godere del momento, si pensa ad un futuro che sarà sempre peggiore e così l’ansia aumenta. Arrivati all’università (o nel mondo del lavoro) non sai nemmeno cosa ti aspetta dopo… Mah! Chissà se si riuscirà mai a sconfiggerla del tutto o sarà una compagna di molte generazioni
Grazie, mi hai fatto dimenticare per qualche minuto dei problemi ❤
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dai, speriamo di sconfiggerla!
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Ma sì, prima o poi ci sarà qualcuno che riuscirà a trovare una soluzione!
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Resto dell’idea che non esiste un’età facile e una difficile… ad ogni momento le rispettive gioie e dolori…
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certamente!
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ben detto !!
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grazie Alessandra!
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Grazie del bel testo,
condivido quanto scrivi e aggiungo un mio pensiero. Personalmente, credo che l’essere concentrati sempre al “poi” è uno dei problemi delle società occidentali. E’ importante prepararsi a quello che potrebbe accadere, ma solo se questo non avviene a discapito del vivere al meglio il presente.
Sempre proiettati verso un domani indefinito (e spesso temuto) ci si dimentica facilmente di gioire della magia dell’attimo che si sta vivendo.
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grazie a te della lettura! Il domani ci assilla ma noi dobbiamo difenderci, hai ragione 🙂
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Grazie del bel testo,
condivido quanto scrivi e aggiungo un mio pensiero. Personalmente, credo che l’essere concentrati sempre al “poi” è uno dei problemi delle società occidentali. E’ importante prepararsi a quello che potrebbe accadere, ma solo se questo non avviene a discapito del vivere al meglio il presente.
Sempre proiettati verso un domani indefinito (e spesso temuto) ci si dimentica facilmente di gioire della magia dell’attimo che si sta vivendo.
Un abbraccio
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E dopo, quando finalmente il figlio, la figlia, hanno finito gli studi, c’è l’ansia per il lavoro, se riescono a trovarlo, se riescono a mantenerlo, e poi, ci sarà l’ansia per il loro matrimonio, per i loro figli…beata la gatta che quando i figli sono autosufficienti li scaccia dal territorio e se li incontra manco li riconosce.
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oh no, amo i gatti ma ancora preferisco le cure parentali degli umani ❤
un abbraccio Neda!
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penso che, anche rispettando le regole della natura e la dignità dell’uomo (di per sè un ottimo proposito), l’ansia resti perchè è connaturata al nostro agire.
ml
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A tale proposito sto leggendo un libro dal titolo Vita su un pianeta nervoso che è abbastanza chiarificatore su quanto stiamo vivendo.
Allo stesso tempo io sono una mamma che solitamente svia commenti del tipo: goditela adesso perchè dopo!!!!
brava bell’articolo
Veronica
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