Da bambina ho studiato l’alfabeto e di lettere ne ho imparate ventuno
in seguito ho dato per scontato che alla cosa non avesse messo mano nessuno
invece, quando le hanno imparate le mie bambine, le lettere sono diventate ventisei:
mentre non me ne curavo, ne sono spuntate di nuove, come funghi o piccoli nei.
Il prato del giardino, quando dimentico di sfalciarlo, fa spuntare nuovi fiori e nuove erbacce
Ogni volta che vado al supermercato, alla cassa vedo nuove facce
Al mare, ad ogni estate la spiaggia ha una forma diversa da quella dell’anno prima
Le mareggiate disegnano lentamente nuove forme sia coi sassi che con la sabbia fina.
Il colore dei miei capelli è cambiato nel corso della vita per venti volte almeno
Nel corso di un solo giorno il cielo lo vedo nero, grigio, verdognolo o sereno
Ho avuto in bocca un numero di denti variabile da zero a trentadue
Sono stata esile come un fuscello e grossa quasi quanto un bue*.
I miei pantaloni sono stati leggings, tute, palazzo, skinny, ciclisti (!), a zampa d’elefante
Ho avuto così tante fogge di scarpa che non so più nemmeno quante
Nel tempo mi sono appassionata alla maglia, alla scrittura, al crochet
alla panificazione, la sartoria e ai gioielli fai-da-te.
La sporcizia in casa mia compone macchie a geometria sempre variabile
Anche il disordine prende vie che non hanno una forma stabile
Il caos, in mano mia, diventa a suo modo creativo
E anche quando mi ci metto d’impegno, non ritrovo mai l’ordine primitivo.
A volte desidero una cosa con molte delle forze che ho a disposizione
e quando la raggiungo si trasforma in una sciocca delusione
Ho saputo che nemmeno la luce pulsata ti leva via tutti i peli di torno
E che persino i tatuaggi si possono cancellare se te ne stufi un giorno.
Per cui, quando ho paura di un cambiamento, mi guardo intorno:
niente è davvero fermo e la normalità non significa un corno
Quando mi affeziono a qualcosa che mi illudo sia stabilmente reale
penso che tutto cambia in ogni istante e in fondo mi dico “meno male”.
*(se pensi sia un’iperbole letteraria, non mi ha visto al termine della gravidanza gemellare)
Col tempo è normale essere colti da questo disincanto. Toglie qualche sogno ma risparmia molte delusioni. Che poi non è vero è sano realismo, i sogni giusti si possono realizzare e si realizzano, tranquilli.
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non è affatto disincanto, ma piuttosto saper accogliere il cambiamento senza averne paura
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Sì, questo è importante, per rimanere in contatto con la realtà e particolarmente per comprendere il mondo al quale andranno incontro i più giovani, che magari sono i nostri figli.
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Gemellare
… Caspita!!!! Bel post☺
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e poi ne ho fatta un’altra…:-*
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Wow
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Bellissimo post erodaria, bellissimo post.
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Bellissima la tua poesia e molto vera. Io odio i cambiamenti, soprattutto ora che sono vecchia e faccio fatica ad adattarmici. Sarà che da giovane di cambiamenti ne ho avuto talmente tanti da averne fatto quasi indigestione…
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Bel post!! La gioia che porta la consapevolezza del cambiamento è di gran lunga più entusiasmante del non superare la propria “comfort zone” che provoca sempre una sorta di tranquillità ma con uno sfondo di rammarico
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