Pensieri novembrini di Maestra Erodaria

Pensieri disordinati e forse inutili:

– i bambini, in funzione inversamente proporzionale alla loro età, tendono a fidarsi ciecamente dell’adulto e ad affidarsi a lui (e questa è una responsabilità enorme)

– i bambini hanno atteggiamenti incredibilmente aderenti alle aspettative che l’adulto di riferimento ha su di loro, nel bene e nel male (e questa è una responsabilità enorme)

– gli insegnanti lavorano tantissimo: le ore in classe sono incredibilmente stancanti e le ore di lavoro fuori dalla classe sono incredibilmente tante (sinché non lo sperimenti, non ci puoi credere; e quando lo sperimenti significa grosso modo che sei un insegnante e nessuno, in genere, ti crederà fino in fondo quando lo dichiari)

– ogni classe ha le sue abitudini e i suoi piccoli riti da scoprire e onorare, son tutte frecce da aggiungere ad un panierino di idee per il futuro, nel bene e nel male. Ma soprattutto nel bene

– ti appassioni molto dei bambini in difficoltà, è un’attrazione piuttosto inevitabile, credo

– quando credi di aver creato un’attività appassionante, per pensare la quale ti sei impegnato molto, è difficile accettare che ci sia qualche bambino a cui comunque non piace e, anche se la fa, non ci mette cuore

– la classe per quanto piccola sia è un ecosistema fatto di singoli ma soprattutto di relazioni ed è in quelle relazioni che risiede il cuore delle cose

– l’alfabeto farfallino (hai scoperto che ti appassionano molto anche i bambini che ti fanno imparare allegramente cose strane, che prima non sapevi)

– dici ai bambini che un giorno che ci fa uscire da scuola uguali a come siamo entrati è un giorno sprecato, ma dentro di te sai che non è possibile in nessun caso uscire senza aver imparato qualcosa (soprattutto tu, ma anche loro)

– è una delle prime volte che nella vita ti piace un appellativo professionale (#maestraerodaria ti risuona nella testa piuttosto bene)

– non ami i libri di testo, ma più di tutto, detesti le schede

– la parte che trovi più scivolosa del lavoro sono gli adulti, ma sai in cuor tuo che il problema non sono gli altri, ma sei tu; coi bambini trovare la chiave magari non è immediato, ma ti è più semplice provarci

– ci sono cose che fai per te (per sentirti brava, per essere riconosciuta capace) e altre che fai pensando unicamente ai bambini (e di solito quelle che alla fine ti lasciano più soddisfatta sono le seconde)

– se un adulto fa una cosa sbagliata va trovato il modo per dirglielo in maniera efficace, con la giusta delicatezza; così anche coi bambini (ti torna in mente Giovanni Bollea e il suo “Controllare il proprio temperamento con i figli, esattamente come con gli estranei”); queste cose tu le sai solo teoricamente, perché non sai fare né l’una né l’altra

– più pensi professionalmente all’educazione, più capisci tutto quello che hai sbagliato con le tue figlie (e non è una cosa per niente facile da digerire)

– continua a piacerti imbatterti in persone in gamba da cui imparare

– tante volte hai paura di sbagliare, anzi tantissime; ma quella paura non sovrasta mai la voglia di provarci a fare bene

– le cose che prima pensavi impossibili, come la musica, sentirla al punto da arrivare – un giorno- a saperla insegnare, oggi ti sembrano una montagna che puoi scalare anche tu, anche se sei una mezza sega con le altezze; il tuo grande vantaggio, forse, è che hai paura di molte cose, ma non della fatica, e che -meglio tardi che mai- forse hai incontrato qualcuno che ce la sta facendo a scardinare alcuni meccanismi incriccati da decenni dentro di te.

(i mesi da maestra ad oggi sono meno di due, le scuole sono già cinque, i bambini incontrati un centinaio, ti chiedi come sia stato possibile non accorgerti prima che c’era questa strada lì ad aspettarti)

immagine piena di poesia del bravissimo https://www.instagram.com/jesuso_ortiz/

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3 pensieri su “Pensieri novembrini di Maestra Erodaria

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