Raccolgo qui, più che altro per non dimenticarle e creare una specie di backup, alcuni racconti di vita domestica, già affidati in passato allo status di fb. Qui la prima puntata, qui la seconda, qui la terza, qui la quarta, qui la quinta, qui la sesta, qui la settima, qui l’ottava, qui la nona.
Signorina A alle prese con l’analisi grammaticale:
Felicità=nome comune di cosa immaginaria, femminile singolare.
(Ottobre 2017)
– Mamma, secondo me la maestra X oltre che all’asilo andrebbe molto bene anche alle elementari-
-Ah sì? E perché, Mademoiselle C? Com’è lei, da renderla adatta anche altrove?-
– Gentile-
(caratteristiche indiscutibilmente vincenti)
(Ottobre 2017)
– Mamma, ma quando ti hanno tagliato la pancia per farci nascere è uscito anche tutto il mangiare?-
(anatomia portami via)
(Ottobre 2017)
– Mamma, quando le tue scarpe coi tacchi diventano piccole ce le regali?-
– Miss T, intendi che loro diventino abbastanza piccole per andare bene ai tuoi piedi o intendi che i miei piedi diventino troppo grandi per calzarle?-
– Eh?-
– No, dico, Miss T: secondo te sono le scarpe che diventano piccole o i piedi che diventano grandi?-
– Le scarpe, mamma, le scarpe diventano piccole-
(che cavolo di domande fai, mamma?)
(Ottobre 2017)
– Una gara di moto, Mademoiselle C-
– Stanno sprecando un sacco di benzina-
– Beh, in effetti…-
– Poi, mamma, sono bravi tutti ad andare veloce con le moto. Vediamo di corsa questi che fanno…-
(Mademoiselle C e il suo dissenso per la MotoGP)
(Ottobre 2017)
– E cosa avete fatto?-
– Ero in coppia con E e a turno una dettava e l’altra scriveva. Ci scambiavamo ogni cinque righe-
– Ah, e ci avete messo molto a scrivere cinque righe?-
– Sì, sì, mamma, dovevamo mettere delle virgole, dei due punti, e pure usare il grassottello-
– Il grassottello?-
Interviene Mademoiselle C.: – Sììììì, anche io ho scritto col cicciottello!-
(l’uso dei sinonimi come antidoto alla noia della videoscrittura)
(Ottobre 2017)
Molto vicino a casa nostra hanno appena abbattuto una vecchia casetta e nel lotto doppio fino a poco tempo fa abitato da un maestoso cedro e un generoso melograno, si apprestano a costruire una palazzina che non lascerà probabilmente nemmeno un fazzoletto del vecchio prato.
– Mamma, non capisco perché voi grandi costruite sempre case e mai prati e parchi giochi-
(Mademoiselle C prossimo assessore all’urbanistica)
(Ottobre 2017)
– Sapete qual è il disegno più bello del mondo?-
– Ma, non saprei, forse la Gioconda, Signorina A- azzardo.
– E cos’è la Gioconda?-
– Un dipinto molto celebre di un certo Leonardo-
– No, no, non l’ha fatto una persona-
– Eh?-
– Sì, mamma, c’è qualcuno che sa disegnare perfettamente, meglio di tutti gli altri, la forma delle cose-
– Non so chi sia, Signorina A-
– Ti arrendi?-
– Sì, mi arrendo-
– Vi arrendete tutti?-
– Sì, tutti-
– È il sole: le ombre hanno la forma esatta delle cose-
(dice di averlo pensato lei, mi piace crederle)
(Ottobre 2017)
Signorina A e Mademoiselle C frequentano la terza elementare e stanno pertanto per cominciare a studiare la geografia.
Ieri sera Signorina A snocciolava quesiti a Mademoiselle C davanti a un planisfero formato A4, in un inconsapevole test di ingresso.
– Indicami dov’è la Cina-
E Mademoiselle C indica sicura la landa dei mandarini.
– E adesso dimmi dov’è l’India- la incalza Signorina A, tra l’infastidito e lo stupito per le insospettabili competenze della sorella.
Ecco che Mademoiselle C appoggia la punta del polpastrello sull’esotico triangolo.
– Mmm- fa Signorina A con tono di sfida- ora però trovami l’Australia.
E, zac, in un attimo individuata pure l’isolona dei canguri.
– Dai, tu stai leggendo!- sbotta a quel punto Signorina A, sicura di aver trovato l’imbroglio.
– Ma va’, è che io le guardo le cartine che sono appese in classe- dice Mademoiselle C, rivendicando l’onestà della sua conoscenza.
– Brava- riconosce Signorina A- ma l’Italia lo sai qual è?-
– No, beh, l’Italia no, non so dov’è. E tu?-
– No, no, neanche io-
(cittadine del mondo, insomma)
(Ottobre 2017)
– Mamma, l’acqua si paga?-
– Sì, Signorina A-
– Non è giusto, l’acqua è un progetto della Natura, mica degli uomini-
(programmi elettorali)
(Ottobre 2017)
– Mamma, cosa sono quei fili colorati che spuntano dal muro?-
– Sono quelli che, quando papà appenderà lo specchio qui, sopra al lavandino, faranno sì che si accenda la luce, Miss T-
– Ah. E perché non li ringraziamo mai?-
(rudimenti di animismo e gratitudine)
(Ottobre 2017)
Stamattina mi fregano tutto il contenuto del bagagliaio mentre accompagno le bambine a scuola, compreso il mio zainetto di iuta contenente tutte quella cose che uno si porta sempre dietro, tipo chiavi, soldi, carte, documenti, telefono e compagnia bella. Più moltissime altre cose, forse inutili per un piccolo malavitoso.
– Chissà, magari ritrovo la mia borsa in giro, Mademoiselle C-
– Sì, mamma, secondo me un ladro vorrebbe una borsa bella e luccicante, mica una di tipo paglia come la tua-
(Settembre 2017)
Ho sostituito il portafoglio vecchio, usurato, con uno nuovo.
– Mamma, ci regali quello vecchio per giocare?- mi chiede Signorina A, mentre ammira quello nuovo.
– Sì, sì, solo che è rovinato- le rispondo, cercando di giustificarmi per la scarsa qualità del lascito.
– Non preoccuparti, mamma, per noi è comunque nuovo-
(come condensare, in un’unica frase, i libri “Cuore”, “La sobrietà felice”, “I bambini ci educano”)
(Agosto 2017)
La primissima amica di Miss T è Menina I, tre anni.
Durante il soggiorno montano le due bionde alternano momenti di indiscusso e solido amore a tragici litigi.
L’altro giorno, la sua mamma la chiamava mentre lei assisteva amorevolmente Miss T, assisa sulla tazza, mentre espletava le sue funzioni corporali. Starsi accanto, mentre si fa la cacca, questa sì che è una forma altissima di amicizia.
All’ennesimo richiamo andato a vuoto, apriamo la porta del bagno.
Menina I risponde serafica, con in mano un quadratino di carta igienica: “Aspetta un attimo, mamma, prima le pulo il sedere!”.
(e pensare che avrebbe avuto lì, a portata di mano, una facilissima rima baciata)
(Agosto 2017)
– Mamma, ma perché stamattina fa così freddo?- mi chiede Miss T, vagamente contrariata.
– Ci sono le nuvole, il vento fresco, il cielo si è girato così- le rispondo facendo spallucce di fronte all’inevitabilità di certe faccende.
Lei cambia espressione, le si dipinge un sorriso furbetto in viso, come a dire “Tu non me la conti giusta”.
– Mamma, non è che stamattina per farci uno scherzo hai girato il calendario e hai fatto che oggi non è più estate?-
(Agosto 2017)
Luci appena spente. Dalla camera adiacente alla nostra spuntano le voci non ancora assonnate di Mademoiselle C, Signorina A e Señorita M, l’amica seienne con cui da sempre condividiamo le vacanze in montagna. La conversazione pre-sonno verte sui trasferelli a tema Frozen che le bambine hanno fatto sull’avambraccio in giornata.
– Io quando sarò una ragazzina mi farò un tatuaggio vero- dichiara Señorita M.
– Ma lo sai che è pericolosissimo? Ti mettono delle cose sotto la pelle- risponde allarmata Mademoiselle C.
– Ho sentito che una volta uno è morto- fa, definitiva, Signorina A.
(e manco ha mai sentito Mio Cuggino di Elio e le Storie Tese).
(Agosto 2017)
Signorina A mi abbraccia quando ci ritroviamo a fine giornata.
Poi si allontana e mi fissa all’altezza del suo sguardo.
– Mamma, ma perché adesso stanno su?-
– Di cosa stai parlando, scusa?-
– No, dico, rispetto a quando ti togli il reggiseno-
(Agosto 2017)
Torno a casa con la piega appena fatta (accadimento che si verifica circa due giorni all’anno).
– Mamma, sembri proprio una signora!-
– Ehm, cosa intendi esattamente Signorina A? Che sembro più vecchia del solito?-
– No, mamma, come ti posso dire? Una signora, come quelle mamme che si curano i capelli-
(Agosto 2017)
Anche io dovrei annotarmi le loro perle… L’ultima, fresca di giornata: mia figlia di quattro anni e mezzo, ultimamente interessata all’età anagrafica, chiede ad un signore che abita vicino a noi: quanti anni hai? Lui risponde: 75! Lei ribatte: … Ma allora sei quasi morto!
Grazie per il tuo blog che ho scoperto da poco e leggo con molto piacere.
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Ahahaha son morta dal ridere xD
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